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Lotito
A distanza di sedici anni, Calciopoli continua a generare sentenze. Lo scandalo scoppiato alla vigilia dei Mondiali tedeschi, ha scritto oggi - indirettamente - una nuova pagina. All’epoca dei fatti, la Federcalcio si era costituita parte civile nel giudizio penale successivo all’inchiesta della Procura di Napoli. La Federazione non si era vista riconoscere il rimborso delle spese legali sostenute per tale attività, da porre a carico dei condannati. I legali di Via Allegri avevano presentato ricorso, portando la vicenda fino in Cassazione che, accogliendo il ricorso proposto dalla Federcalcio, aveva ritenuto girare la questione alla Corte di Appello di Napoli in sede civile. A distanza di sette anni il procedimento si è chiuso: i condannati dovranno versare circa 200mila euro alla Figc, rappresentata dall’esperto avvocato Lucio Giacomardo.
Un’altra pagina - seppur marginale - nel braccio di ferro tra il Presidente federale Gabriele Gravina e quello della Lazio Claudio Lotito. I due dirigenti continuano a battagliare, e anche in Consiglio federale non mancano le frizioni. La gestione dei principi informatori e la modifica dello statuto della Lega Serie A è stato l’ultimo fronte sul quale i due dirigenti si sono confrontati. La presenza del patron laziale in Consiglio federale in quota Lega, spesso rappresenta un caposaldo dell’opposizione della Confindustria del calcio. Anche nell’ultimo Consiglio Federale, il presidente della Lazio aveva votato contro la proposta del commissariamento della Lega Serie A.
Ieri la Corte di Appello di Napoli (presidente e relatore Alessandro Cocchiara) ha accolto le richieste formulate dalla Figc e ha condannato, in solido tra loro, gli ex dirigenti della Fiorentina Andrea e Diego Della Valle e Sandro Mencucci, il presidente della Lazio Claudio Lotito, l’ex dirigente del Milan Leonardo Meani, l’ex vice presidente della Figc Innocenzo Mazzini, l’ex dg della Juventus Luciano Moggi, l’ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto, nonché gli ex arbitri Claudio Puglisi, Salvatore Racalbuto, Stefano Titomanlio e Massimo De Santis al pagamento di oltre 200mila euro di spese legali per il procedimento penale legato a Calciopoli e circa 18mila euro per il giudizio civile innanzi la stessa Corte di Appello.
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