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Lazio News: Sarri vs Agnelli, la resa dei conti è vicina

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Sabato il tecnico ritroverà l'ex presidente che non lo ha mai amato: “Lo scudetto era scontato, poi hanno festeggiato il quarto posto...“

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C’è una partita nella partita nella sfida di sabato sera all’Olimpico. Ma non riguarda i giocatori. C’è una sfida, un braccio di ferro che nasce a Torino e arriva fino a Roma. Agnelli contro Sarri, in rigoroso ordine alfabetico. Una storia breve, ma intensa. Nove mesi. Il tempo di vincere uno scudetto, e di capire di non essere fatti l’uno per l’altro. La distanza è subito apparsa incolmabile, con quel presidente figlio di una dinastia di industriali e quell’allenatore che preferiva tuta da lavoro anche nel giorno di festa, davanti alle telecamere. Il tecnico della Lazio Maurizio Sarri ha il difetto di essere troppo autentico, anche nei salotti patinati e paludati dove la verità è talvolta accolta come una bestemmia.

Il primo giorno di scuola sembrava perfetto. “È la scelta più rivoluzionaria della mia carriera? No, non lo penso - aveva detto nel suo primo giorno da allenatore - “ci vuole un percorso. Quando arrivai al Napoli ero emozionato e contento, e ho dato tutto dal punto di vista professionale e morale. Negli ultimi mesi lì ho avuto un dubbio se andare avanti per affetto o se fermarmi perché la testa mi diceva che il percorso era concluso. La sensazione è stata forte. Non per quando mi hanno chiamato, ma come: ho visto una società determinatissima e non mi era mai capitato. Mi ha colpito questo: una dirigenza tutta compatta verso un allenatore. Una sensazione forte, per l’atteggiamento di tutti questi dirigenti: convinzione e compattezza“.

Ma la luna di miele durò poco. Sarri aveva l’ambizione di dirigere un gruppo di orchestrali, ma aveva al suo cospetto soltanto dei solisti. "A metà ottobre ho fatto una riunione con lo staff e ho chiesto loro di fare una scelta: andiamo dritti per la nostra strada e andiamo a casa tra 20-30 giorni, o proviamo a fare qualche compromesso, vincere il campionato e andare a casa lo stesso?Abbiamo scelto di vincere lo Scudetto”. Maurizio Sarri il tricolore lo ha vinto, quelli che sono arrivati alla Juventus dopo di lui, no. "Lo scudetto era dato per scontato: lo abbiamo vinto senza festeggiarlo. Siamo andati ognuno a cena per conto proprio. L’anno dopo, ho visto che è stato festeggiato un quarto posto…”.

Agnelli non avrebbe voluto Sarri alla Juventus. Così come non si sarebbe voluto separare da Allegri. Fu una scelta di Nedved e Paratici. Andrea Agnelli era distante da quella decisione. Al punto che - nel giorno della presentazione ufficiale di Sarri - non si accomodò neppure nel tavolo dirigenziale, ma preferì dopo un rapido saluto sedersi in platea. Un gesto non propriamente aristocratico da parte del rampollo di Villar Perosa. Andrà Agnelli non si è mai speso per il tecnico che non aveva scelto, e quando è stato chiamato a farlo, ha scelto parole taglienti. “Sarri? Ottimo ricordo della persona, ma non ha creato alchimia“. A Roma, Sarri l’alchimia l’ha subito trovata, tanto da spingere il presidente Lotito a offrire al tecnico un prolungamento contrattuale piuttosto lungo.

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