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Arrigo Sacchi
Sulle pagine della Gazzetta dello Sport di oggi è possibile leggere una lunga intervista ad Arrigo Sacchi, interpellato per un giudizio sui tecnici delle nuove sette sorelle. A oggi, chi più avanti chi meno, partono tutte abbastanza vicine per lottare per un posto in Champions League. Tra cambi di allenatore e addii importanti, infatti, praticamente nessuna squadra è rimasta identica, con l’Atalanta che è probabilmente la squadra ad aver cambiato meno. Andiamo allora a vedere cosa pensa Sacchi riguardo le possibilità della Lazio di Sarri. Di seguito le sue parole.
“Finalmente Maurizio Sarri torna in panchina: penso che tutto il movimento ne trarrà giovamento. Vedendo le sue squadre si riscontra sempre armonia. Si nota la mano del direttore d’orchestra che chiama a suonare prima i violini e poi i fiati. Qualcuno potrà obiettare dicendo che alla Juve non è andata in questo modo. Avrebbero ragione, ma lui che colpa può avere? Gli hanno preso un percussionista e non un flautista. Stava per capitare anche a me: non volli un giocatore che secondo me era poco affidabile. Il presidente mi chiese chi mettere al suo posto e io gli dissi che avrei messo la riserva, un ragazzo delle giovanili. A quel punto mi chiese, perplesso, se sarebbe bastato. Io gli risposi facendogli notare che non avrebbe mai assunto un collaboratore senza fidarsi di lui e gli chiesi perché avrei dovuto farlo io. Il punto è questo: quando era alla Juve a Sarri non hanno acquistato gli uomini di cui aveva bisogno per il suo stile di gioco”.
“Spero che alla Lazio invece acquistino i giocatori di cui ha bisogno. Spero che riesca anche a convincere i giocatori a seguirlo. C’è una cosa di cui sono certo: Sarri è il calcio. L’unico dubbio è capire come si adatteranno i ragazzi: sono abituati a muoversi secondo altre idee, quelle che aveva Inzaghi. Si troveranno improvvisamente in un nuovo mondo, avranno bisogno della loro professionalità ma anche della loro umiltà. È una qualità fondamentale anche nella vita. Dovranno avere grande intelligenza e disponibilità ad ascoltare, è questo il requisitonecessario.Ma Sarri è un grandissimo maestro”.
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