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Delio Rossi: “Lazio bella da vedere, può solo migliorare. Baroni bravo a…”

Delio Rossi
L'ex tecnico biancoceleste ha commentato il periodo molto positivo che sta vivendo la Lazio, sottolineando l'ottimo lavoro svolto da Baroni
Stefania Palminteri Redattore 

Intervenuto microfoni di Radiosei, l'ex tecnico biancocelesteDelio Rossi ha commentato l'ottimo periodo che sta vivendo la Lazio di Baroni, complimentandosi con l'attuale allenatore toscano e con il suo gruppo per il lavoro svolto finora. Queste le sue parole: “La Lazio è sveglia e questa è una lieta sorpresa. Siamo contenti, anche perché in tanti non se lo aspettavano. Io ad inizio anno avevo detto che se tutto va bene arriva quarta, male che va ottava. Le gare sono la fotografia del momento e in questo momento la fotografia dice che la squadra è in salute, anche in campo europeo. E’ bella da vedere e può solo migliorare. Poi c’è da augurarsi che non ci siano cali di forma o infortuni, basta vedere cosa è successo alla Juventus con Bremer. I campionati si decideranno a fine aprile. Quello che salta all’occhio è che la Lazio è una squadra che, al di là di qualche calo, corre, gioca bene; tutti si aiutano, il tecnico ha dato un metro comune e tutti lo seguono, soprattutto a centrocampo. Bravo Baroni e tutti gli altri. Trasmettere è importante: un conto è trasmettere un conto è saperle le cose, questo fa la differenza negli allenatori. 

La Lazio può migliorare nei singoli, soprattutto nella fase di non possesso. Per curare questi particolari ci vuole diverso tempo. Il miglioramento della squadra passa anche dal miglioramento del singolo elemento. Un esempio: Lazzari, o anche Tavares, che in fase di possesso sono bravi, devono crescere in quella di non possesso. In questa Lazio bene anche i ‘vecchi’, è stato questo il vero capolavoro di Baroni, rivitalizzare Vecino, Romagnoli o lo stesso Pedro che si è dimostrato un calciatore determinante e non è facile alla sue età. Trasmettere i dettami di gioco non richiede troppo tempo. Con Sarri si ragionava sulla palla, c’era una filosofia di gioco da apprendere. Rapportarsi con i calciatori è più facile. Tutto poi dipende anche dai giocatori: alcuni sanno stare in campo, altri si affidano all’istinto.

Kolarov è meno potente, ma più tecnico. Tavares ha una potenza incredibile, ma per me è ancora molto frenetico; non tutte le giocate gli riescono bene, potrebbe essere addirittura più devastante. I calciatori, anche se sono simili, hanno la loro unicità. Dele-Bashiru? Sono molto curioso di vedere questo calciatore, per me potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa. Il ruolo di Pedro paragonato a quello di Klose nello spogliatoio? Non li conosco, non li ho allenati. Vedendo le loro partite noto le grandissime qualità tecniche che hanno, ma la mia esperienza mi dice che questo non sempre va di pari passo con il peso che si ha nello spogliatoio. Non sempre il leader tecnico è anche quello morale. Noslin, Tchaouna e Castrovilli? Faccio lo stesso discorso per tutti: la rosa è omogenea, magari senza picchi assoluti, togliendo magari Tavares e Dia. Sono calciatori futuribili e di gamba, non hanno preso dei tattici o dei giocatori compassati. Tchaouna è giovane, Noslin lo conosce l’allenatore e il tecnico si sta dimostrando molto capace, quindi dobbiamo fidarci. Per me ancora non hanno fatto vedere le loro qualità. Quando hai un calciatore di gamba, non sbagli. Castrovilli per me è più votato alla fase offensiva, non lo vedrei nei due in mezzo, ma potrebbe essere un calciatore da mettere dietro alla punta. Isaksen? Mi piacerebbe allenarlo; non riesce ancora ad esprimere le sue qualità. Con certi giocatori bisogna trovare la chiave. Per me ha delle qualità importanti“.