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Tudor in conferenza
Due anni dopo, la Lazio torna a perdere un derby. Vince 1-0 la Roma grazie alla rete di Mancini a tre minuti dall'intervallo. Tanta strada ancora da fare per i biancocelesti, in vista di un finale di stagione da provare ad aggredire in ogni modo. Al termine della gara è intervenuto in conferenza stampa il tecnico biancoceleste Igor Tudor. Queste le sue parole.
La sensazione è che la Lazio non avrebbe segnato neanche con un altro tempo. Si sente dopo qualche partita di rimandare l’attacco?
“No, le sensazioni sono brutte quando si perde qualsiasi gara, soprattutto il derby. Poi nell’analisi della squadra c’è un qualcosa di più profondo del solo problema in avanti. È un problema che c’è, dobbiamo crescere lavorando. E nel lavoro di crescita c’è anche il capire chi può fare questo lavoro che io chiedo. È una cosa che avviene in ogni club. È un lavoro che andrà fatto in estate. Per ora dobbiamo fare il meglio possibile. Oggi è la terza gara in sette giorni, l’abbiamo sentita anche a causa dell’aver affrontato una squadra organizzata e molto fisica. Ci hanno messo in difficoltà, soprattutto nel primo tempo. Ma penso sia stata una gara abbastanza equilibrata, hanno segnato da calcio d’angolo”.
Quali sono state le sue valutazioni per la formazione iniziale? E anche dopo l’intervallo è cambiato poco.
“Per spiegarle ci vorrebbe troppo tempo, sono valutazioni tecniche. Isaksen mi ha dato la sensazione di sentire troppo la gara, Immobile e Romagnoli hanno avuto problemi fisici”.
Oggi ha schierato i due centrocampisti che hanno giocato a Torino. Come mai loro e non Cataldi?
“Le scelte le baso su ogni dettaglio, non penso si sia fatta una brutta gara. Poi quando si perde tutto è in discussione. La Roma gioca in un modo che rende difficile pressare bene. Sapevamo che potevamo andare in difficoltà. L’idea era di essere aggressivi e compatti, poi abbiamo un po’ sofferto la loro fisicità. Volevamo il pallone ma non lo prendevamo”.
Oggi la sensazione era di vedere giocatori con la testa altrove, forse alla prossima stagione o forse al futuro.
“Non sono d’accordo, ma è una sua analisi”.
De Rossi sembra aver ricaricato la Roma, li vede già come i giocatori del futuro. Lei ha iniziato da poco e pare che gran parte della ricarica voglia farla in estate. Oggi vince la squadra proiettata all’anno prossimo così com’è?
“Lui è qua da due-tre mesi, altri qui hanno più partite che allenamenti. Non ci sono alibi, ma in un’analisi bisogna pensare a ogni cosa. Dalla sosta per le nazionali al resto. Bisogna migliorare in fretta perché già venerdì giochiamo. Poi quando incontri Roma e Juve in sette giorni e tre volte tutto diventa più difficile. Poi non c’è Zaccagni, un giocatore importante. È un insieme di cosse da mettere insieme e analizzare per poi trarre le conclusioni senza dare scuse”.
Con quale entusiasmo dovrà lavorare ora? Pensa di poter dare una spinta?
“Per me esiste solamente lunedì, non esiste altro. Si vince e si perde, ma c’è lunedì per fare un grande allenamento e così via. L’entusiasmo è sempre al centro tutti i giorni. Una vittoria o una sconfitta non deve cambiare la mentalità. Lavoriamo su questo e scegliamo la gente giusta per andare avanti, crescendo dal punto di vista fisico. Serve almeno un mese o due, non due allenamenti per arrivare a qualcosa del genere. Ma non potevamo chiuderci nella nostra area oggi. E quel che abbiamo fatto forse non è bastato. Questa è un’analisi giusta”.
Può essere stata la troppa voglia e la troppa intensità ad aver creato pressioni e voglia di risolvere individualmente e non con azioni collettive?
“Nella collettività poi conta sempre l’individualità. Sono i giocatori a decidere con un tiro, con un cross, con una scelta”.
È una squadra troppo morbida e senza carattere?
“Il carattere è una questione importante per un giocatore. Non conta solo la parte tecnica, ma anche il cervello e soprattutto il cuore. La morbidezza può stare a significare che non sei coraggioso, ma può essere anche legata al punto di vista fisico. Quando si scelgono i giocatori devi pensare a tutto. È evidente che oggi la Roma avesse più fisicità, è il resto che devo ancora capire per vedere cosa è mancato".
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