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Roma-Lazio, Ranieri: “Loro squadra temibile in un momento eccezionale. Ma il derby…”

Ranieri
Tutte le parole del tecnico della Roma, Claudio Ranieri, intervenuto in conferenza stampa per presentare il delicato derby di domenica sera
Stefania Palminteri Redattore 

Tutte le parole del tecnico della Roma, Claudio Ranieri, intervenuto in conferenza stampa per presentare il delicato derby di domenica sera tra la Lazio e i giallorossi.

Cosa rappresenta il derby per lei? I giocatori sono a disposizione? E quanto conta per la squadra oggi?

"Abbiamo recuperato quasi tutti. Celik ha febbre e vediamo domani se ha sfebbrato. Cosa rappresenta per me? Essendo tifoso rappresenta un po' la stracittadina, tutto quello che può pensare un tifoso, che sia romanista, laziale, del Genoa, Sampdoria, Inter, Milano. Insomma, è la partita importante, è una partita che uno senta ancora di più. Per quanto riguarda in questo momento, la classifica parla chiaro. Loro stanno vivendo un momento eccezionale, hanno fatto un girone d'andata stratosferico molto bene, giocano in velocità, con pochi tocchi, è una squadra temibilissima. Dall'altra parte il derby è il derby e fa sempre storia a sé".

Cosa ricorda dei suoi derby da ragazzo? A che punto è la sua Roma e cosa vi ha fatto capire dicembre?

"Mi ricordo da ragazzo, andavo in Curva Sud, allora c'erano ancora, la Curva Sud che era tre quarti romanista e un quarto laziale. E tutti si aspettava Dante, il capotifoso, che veniva e iniziavano i cori. Per cui ricordo quello, c'erano gli sfottò. Dicembre ci ha fatto capire che siamo una squadra che è riuscita a ricompattarsi, siamo squadra, abbiamo dei difetti e lavoriamo per eliminarli. Ancora non siamo al 100% sotto questo aspetto, però abbiamo rimesso perlomeno la nave in navigazione. Adesso dove potrà arrivare, onestamente io non ho mai promesso alle mie squadre niente di che se non lavoro, sacrificio e voglia di dare il massimo in ogni frangente di ogni partita".

Il derby conta solo per i tifosi considerata la stagione?

"Nel derby si azzera tutto, non contano la classifica e gli obiettivi e si gioca a prescindere per vincere. Non serve l'agitazione, ma la voglia di fare bene pur con la consapevolezza del valore dell'avversario".

Domenica ci saranno molti debuttanti nel derby. Può essere un vantaggio o no?

"Credo che non cambi nulla, l'importante è avere giocatori che siano in forma fisicamente e che abbiano una buona connessione tra di loro".

La Lazio ha la sua forza sulle corsie esterne. Sta pensando a qualcosa in particolare? Oppure la preoccupa di più un altro aspetto?

"Loro hanno trovando il bandolo della matassa, tengo in considerazione tutto il loro insieme, dalle fasce agli attacchi centrali. Credo che anche Baroni ci starà studiando per bene".

Pellegrini non sta giocando anche per ragioni tecniche o c'entra solo il fattore psicologico?

"Solo per quest'ultimo aspetto. Per me è uno dei centrocampisti migliori in Europa e ce lo dovremmo tenere stretto. Il suo problema è che si carica addosso tutti i problemi, dei macigni dovuti alle critiche dei tifosi, con 2/3 errori viene subito inondato di fischi. Quando lo vedrò libero e sgombro lo metterò in campo".

Ci sono delle analogie con il derby del novembre 2010 visto il divario in classifica tra le due squadre?

"I derby si caricano da soli nella gestione del gruppo. Loro vogliono rimanere in alto in zona Champions League, ma la classifica conta poco".

Lei ha già giocato e vinto quattro derby. La sua esperienza sarà determinante?

"Non credo che sarà così. Baroni è esordiente e potrà sentire la bellezza dell'atmosfera, ma la sua squadra gioca con il pilota automatico e non credo avrà problemi di tensione".

Con i tifosi è pace fatta?

"Credo che ci sia molta unione, dalla proprietà ai massaggiatori. Anche i tifosi stanno facendo la loro parte. Una volta si diceva che "la Roma non si discute, si ama". Quando ero ragazzo un presidente organizzò addirittura una colletta tra i tifosi. I Friedkin ci stanno mettendo tanti soldi, è ora di dar loro una soddisfazione".