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Raul Moro: “Amo la Lazio, mi sento un tifoso. Un ritorno? Sarebbe un sogno”

Raul Moro
Le parole dell'ex calciatore biancoceleste, ora in forza al Real Valladolid, sul suo legame con la Lazio e sulla nuova Lazio di Marco Baroni
Edoardo Pettinelli Redattore 

Intervenuto ai microfoni di Radiosei, l'ex calciatore biancoceleste Raul Moro, ora in forza al Real Valladolid, è tornato a parlare del suo legame con la Lazio e della sua esperienza nella Capitale. Queste le sue parole.

“Al Real Valladolid le cose stanno andando bene, è un momento importantissimo per me. Iniziare con numeri positivi in Liga (due gol in sei gare) ti permette di acquisire tanta fiducia. Stiamo facendo molto bene in casa, ancora non abbiamo subito reti tra le nostre mura, abbiamo poi giocato su campi difficilissimi come quello del Real Madrid e del Barça. Siamo reduci dal pareggio con la Real Sociedad (avversario della Lazio in Europa League, ndr). E’ una grande squadra, sono fortissimi, hanno fatto bene anche in Champions League. Ora non sta attraversando il momento migliore, ma è difficilissima da affrontare.

Quando sono arrivato alla Lazio ero un ragazzino. Ho imparato tanto dai grandi giocatori con cui ho giocato e dagli allenatori che ho avuto. Piano piano sto cercando di mettere in pratica tutto, mostrando le mie qualità. Ci sto riuscendo, sono partito bene. Se dovessi citare un tecnico che mi ha più colpito ed insegnato direi Sarri. Mi piace il calcio che pratica, è molto spagnolo, il suo 4-3-3. E’ vero che non ho trovato tanto spazio, ma c’erano grandi giocatori davanti a me.

Rimpianti per la mia esperienza alla Lazio? Non dico che sia colpa di qualcuno, alla fine gioco io. Non mi pesava l’investimento della Lazio di sei milioni, giocavo in Primavera, non ci pensavo. Poi quando passi in prima squadra magari ci pensi di più. In un’intervista ho parlato di una gestione che poteva essere diversa, mi riferivo più a questioni interne, alla famiglia, ai procuratori, nulla che riguardi il club. Non ho rimpianti, certo alla fine quella cifra che è stata spesa alla fine si sente.

Qualche giorno, è stata tradotta male una frase detta qui in Spagna. La decisione di lasciare Barcellona per andare alla Lazio non è stata difficile, non ho avuto dubbi sulla destinazione. Credo abbiano sbagliato la traduzione, visto che in Italia è stato riportato il contrario. Io sono ancora tifoso laziale, amo questa società. Quando ero alla Lazio ascoltavo Radiosei ed in particolare questa trasmissione, credo sia la migliore (ride, ndr). Io amo la Lazio, mi sento un tifoso, chi mi conosce sa che volevo tornare in Spagna ma se c’era la possibilità di restare alla Lazio l’avrei fatto. In Italia solo la Lazio. Un ritorno? Non si sa mai nel calcio, è un modo in cui le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Dico magari, quello sarebbe un sogno. Il mio desiderio era fare un percorso importante nella Lazio, quello è l’unico rimpianto. Ora sono molto concentrato sul Valladolid e sulla salvezza che dobbiamo ottenere sul campo.

Zaccagni capitano? E’ una scelta del mister da quanto ho letto. Parlo ancora con gli spagnoli che sono alla Lazio, ma non so molto. Se è stato scelto c’è un motivo e sta facendo bene. Pedro? Dentro e fuori dal campo un fenomeno, il miglior compagno che ho avuto. Per la sua qualità, per come mi ha trattato, per la persona ed il campione che è. Mai visto un compagno come lui che ha vinto tutto essere così umile. Mi ha anche scritto per farmi i complimenti per la convocazione in nazionale. Ho avuto molti rapporti di amicizia, soprattutto con gli spagnoli o con chi lo parla, come Luka Romero. E’ stato uno dei primi a farlo, una cosa unica. Luis Alberto? Sicuramente era uno che diceva quello che pensa, se doveva dirti una cosa era molto schietto. La Lazio di Baroni è molto offensiva, puoi pensare che poteva andare meglio ora, ma non si potrà mai sapere cosa sarebbe potuto accadere”.