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Maurizio Sarri
È intervenuto ai microfoni di Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TV e Radiosei, Enrico Sarzanini, giornalista di RDS e noto tifoso biancoceleste. Insieme ad Angelo Gregucci, uno degli eroi della squadra dei -9 e anche lui ospite della trasmissione, si è parlato di Sarri e del passaggio di Chalanoglu all’Inter. Di seguito tutte le dichiarazioni.
Sarzanini - “Io non sarò particolarmente preciso e tecnico come Angelo, ma sicuramente l’ho gira detto in passato: Sarri può essere una bella realtà per la Lazio. Si troverà a lavorare con un ambiente nuovo, da ricostruire dopo l’addio di Inzaghi. Per questo potrà dare vita a nuovi stimoli, potrà essere l’ambiente ideale per lui”.
Gregucci -“Prima voglio ringraziare anche Simone Inzaghi. Uno che attraversa 22-23 anni di storia di Lazio ed è un’eccellenza della nostra società. Ha vinto lo Scudetto, e non solo, da calciatore. Poi ha allenato i giovani crescendo con loro ed è diventato allenatore della prima squadra. La prima osservazione da fare è che ha dato tanto alla Lazio. Detto questo, per quanto riguarda i tecnici sulla piazza abbiamo preso uno dei migliori, tra i top categoria. L’esperienza inglese gli ha dato qualcosa in più. Viene dal basso, è un metodico: alla Juve forse non ha potuto essere se stesso. A Napoli invece, nonostante le difficoltà dell’inizio, è riuscito a sfidare per lo scudetto la Juve”.
Sarzanini - “L’Inter ultimamente si sta comportando spesso in questo modo. Perché a Roma non si può fare uno trasferimento simile? La risposta è semplice: vi ricordate cosa successe quando Pellegrini postò la storia della cena con Immobile? Cosa devono fare, sono amici in Nazionale, sono solamente andati a cena. Quello che successe fu ridicolo. Per fare un esempio, io Smalling lo prenderei domani, a prescindere da dove gioca”.
Gregucci - “Secondo me il calcio è cambiato, prima dopo tre nomi della formazione sapevi già di che squadra si stava parlando. Era facile identificare le squadre. Oggi non è più così, la globalizzazione ha portato cambiamenti. Forse a Milano sono più sdoganati, mentre a Roma c’è ancora un’impronta diversa”.
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