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QDL – Eriksson: “Il ricordo di Sinisa me lo porterò dentro per sempre”

Sven Goran Eriksson
Le parole di Sven-Goran Eriksson intervenuto oggi a Quelli della Libertà in onda ogni sera dalle 18:30 alle 20 su Cittaceleste TV e Radiosei

redazionecittaceleste

È intervenuto ai microfoni di Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TV - canale 85 del digitale terrestre - e Radiosei, l’ex allenatore biancoceleste Sven-Goran Eriksson. Questo il suo intervento: "Sto bene, buonasera a tutti. Mi trovo in Spagna, a Las Palmas nelle Gran Canarie. Sono in vacanza qui per Natale e Capodanno, poi si torna per lavorare. Sono diventato il direttore sportivo del Karlstad, una squadra di Serie C1, una squadra locale, a 5 minuti da dove vivo. L'obiettivo è arrivare in Serie B. In Svezia alle 3 di pomeriggio è già buio, ecco perché andiamo a cercare il sole per qualche settimana.

"La morte di Mihajlovic è una notizia triste, è triste sapere che un grande uomo muore così presto. Aveva ancora tanto da fare come allenatore e come padre e come uomo di famiglia. Ho parlato con lui della malattia, gli ho detto di essere forte e lui voleva vincere anche questa battaglia. Era speciale, un uomo duro con gli avversari e con i compagni se non si comportavano bene, era un leader. Il ricordo più nitido è quando ci fischiavamo una punizione a favore: con lui era la stessa cosa".

"Si allenava tantissimo fin da giovane, anche prima dell'Italia. Aveva un talento incredibile nel calciare il pallone, spesso si fermava con i giovani a dire loro come battere i calci di punizione. So che l'ha fatto con qualche calciatore del settore giovanile a Bologna, me l'hanno raccontato. Era un allenatore in campo, quella squadra ne aveva tanti: Mancini, Simeone, c'erano tanti calciatori che volevano bene alla Lazio e volevano vincere a tutti i costi".

"Sinisa era uno di questi, per me è un grande piacere avere allenato questi grandi uomini e grandi campioni. Come ho gestito il gruppo? Non c'è nessun segreto, ho voluto tanto Mancini, Mihajlovic e Veron. Il motivo? Sono tre uomini vincenti, arrivare secondi non esiste per loro. Nesta stessa cosa, così come Simeone. Ognuno accettava l'altro, nessuno era geloso dell'altro se capitava che finiva in panchina. Il ricordo di Sinisa me lo porterò dentro per sempre. 

Un grande peccato che né l'Italia né la Svezia si sono qualificate al Mondiale. Ci sono state grandi partite, la finale verrà ricordata per tanto tempo: è una partita che aveva tutto. Gol fantastici, uno ha fatto tripletta. Prima si credeva che avrebbe vinto l'Argentina, poi la Francia, è stata una pubblicità del calcio. Nessuno si è accontentato, volevano segnare entrambe. Ora che faccio il direttore sportivo? Non ho calciatori da consigliare per la Lazio, sono ancora troppo in alto per noi (ride n.d.r). Chissà, magari il prossimo anno...