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QDL – Eriksson: “Che ricordi la mia Lazio. Inzaghi? Se va via torno io”

Eriksson e Inzaghi

L'intervento nella puntata di Quelli della Libertà, dell'ex allenatore della Lazio del secondo scudetto, Sven Goran Eriksson

redazionecittaceleste

Nel giorno in cui la vittoria del secondo scudetto della Lazio ha compiuto 21 anni, il tecnico biancoceleste di allora, Sven Groran Eriksson, è intervenuto ai microfoni di Quelli della Libertà. Ecco di cosa ha parlato lo svedese nella trasmissione di Cittaceleste TV e Radiosei, condotta da Stefano Benedetti e Federico Terenzi: "Ricordo molto bene che il presidente Cragnotti, dopo la partita, con le lacrime agli occhi venne da me e mi abbracciò. Ho provato delle forti emozioni. Tuttavia, sono tante le gioie che mi ha regalato quel periodo. Senza dubbio la Lazio è stata la squadra più forte che abbia mai allenato. Era una rosa piena di campioni. Ora, molti di loro, lavorano ancora nel mondo del calcio. In un modo o nell'altro. Qualcuno ancora mi chiama per allenare, ma le proposte non sono allettanti. Per di più, il periodo attuale non mi convince. Anche perché ho preso il Covid, nonostante lo abbia smaltito senza sintomi. Il virus è micidiale non si scherza. Dei miei amici mi avevano avvisato di essere risultati positivi. Siccome giorni prima ci eravamo visti, ho fatto il tampone e mi è andata bene nel complesso".

Sul derby

"Non si sa mai come va a finire. Forse c'è una favorita, ma sono minori le volte che la squadra più forte sulla carta riesce ad avere la meglio. Chi deve avere più motivazioni è la Lazio. I biancocelesti possono ancora credere nella qualificazione in Champions League, uscire dalla stracittadina con tre punti in più farebbe una gran differenza. A dirla tutta, penso che alla fine la Lazio avrà la meglio. Non ho visto una Roma convincente nelle ultime uscite".

Sullo scudetto

"Prima di vincere nel 2000 abbiamo avuto delle rose altrettanto forti. Ma credo che quella che alla fine si è aggiudicata lo scudetto, fosse la migliore. Per qualità tecniche e mentali. Abbiamo perso delle partite, in passato, che mi fecero capire che ci sarebbe voluto del tempo per mettere in piedi una rosa all'altezza. Se certe sconfitte fossero arrivate nelle stagioni seguenti, la loro mentalità li avrebbe ugualmente spinti a diventare campioni d'Italia".

Su Inzaghi

"Se la Lazio non conferma Inzaghi, io sarei pronto per tornare ad allenarla. Tuttavia, non voglio affatto dire che la società debba privarsi del suo tecnico. Se Lotito un giorno mi chiamasse, non potrei rifiutare. Comunque sarebbe bello anche lavorare al fianco di Simone".