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Cesar
È intervenuto ai microfoni di Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TV e Radiosei, l'ex esterno biancoceleste César Rodrigues. L'ex difensore e centrocampista della Lazio ha parlato del momento attuale dei biancocelesti, con uno sguardo alla prossima partita contro il Bologna in programma per domenica sera alle 20:45. Queste le sue parole: "La mentalità e l'approccio con i ragazzi sono la cose più importante. Il lato umano, quello dei rapporti, è quello vincente. La metodologia degli allenatori di oggi è importante, ma non come l'aspetto umano. Eravamo tutti scettici, ma adesso è veramente una bellissima sorpresa. La sinergia che si è creata. Baroni li vede tutti i giorni, conosce questi ragazzi e vede degli aspetti che noi non vediamo, se è così e riesce a trovare l'approccio è giusto, eravamo scettici ma adesso abbiamo tante certezze. La cosa che conta, al di là dei ruoli, è l'idea di gioco, l'identità, ma anche e soprattutto avere la giusta convinzione ed atteggiamento per affrontare bene partita per partita. In campionato siamo partiti benissimo, è naturale che alcuni giocatori non siano al massimo della condizione come Tavares e Pedro in questo momento. A prescindere dal calendario, avere una certa forza di ricambio delle energie è importante.
Non potremo mai capire la gestione dell'allenatore e le sue scelte. Si vede e si sente che c'è grande equilibrio nella Lazio, quando c'è questa energia e questa voglia di fare è un valore aggiunto per tutto il gruppo. Qualsiasi squadra può mettere un'altra in difficoltà quando c'è applicazione e voglia, non è il Bologna dell'anno scorso, ,a la Lazio non deve fare l'errore di sottovalutare l'impegno perché è una squadra che ha singoli e gioco. Il problema è che se tu non sei te stesso, se non hai convinzione ed atteggiamento può essere difficile anche se sei in un buon momento. Imparare la lingua, credimi, è fondamentale. Perché ci sono valori dentro il campo che puoi anticipare, anche rispondere e avere delle reazioni pronte in campo contro gli avversari. Io penso che sta nella bravura del giocatore ambientarsi in Italia, è una grande occasione e, se ti chiamano, vuol dire che si è alzato il livello. E' un valore non da poco. E' la capacità di un giocatore di interpretare una piazza e dare il massimo, ma non penso sia questo il problema per calciatori come Noslin e Tchaouna. Speriamo che quando servirà saranno pronti a dare tutto. Vorrei capire questo Calcio, chiamare o non chiamare il Var è sempre ad interpretazione dell'arbitro. E' un discorso complesso che però era molto più semplice, lo hanno reso complicato. Inserire un ex calciatore nella Sala Var creerebbe solo polemiche perché sarebbe inopportuno, si andrebbero sempre a guardare le squadre in cui ha giocato precedentemente".
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