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QDL – Bergonzini: “Sarri ottimo allenatore, ma la Lazio ha alcune carenze”

redazionecittaceleste

Le parole di Elmar Bergonzini per Quelli della Libertà, in onda ogni sera dalle 18:30 alle 20:00 su Cittaceleste TV e Radiosei

È intervenuto ai microfoni di Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TVRadiosei, il giornalista della Gazzetta dello Sport nonché voce di Radiosei Elmar Bergonzini. Di seguito le sue parole.

Il lavoro di Sarri

Sarri per me è un ottimo allenatore e lo ha dimostrato in più piazze, portando a ottimi risultati squadre con diversi valori di rosa. Però penso sia sbagliato prendere un nuovo allenatore - o giocatore, direttore sportivo o altro che sia - e delegargli tutto il lavoro. Penso che sia oggettivo che da anni il punto debole della Lazio sia la difesa, ben lontana dal valore degli altri reparti. E la diesa è anche il reparto più toccato dai cambiamenti di Sarri, quindi si è messa sotto pressione la zona più debole. E Leiva, oggettivamente, è in una fase di calo fisico. Non è una critica: ha raggiunto ormai una certa età e ha anche subito infortuni importanti. Nonostante tutto questo, non si è intervenuti e non è stato aiutato l’allenatore. Per questo anche servirà tempo: non è del tutto attrezzata”. 

Fattore tempo

Non basta prendere un grande allenatore e pensare che il compito sia stato portato a termine. Si è squadra non solo in campo ma anche e soprattutto fuori dal campo. Forse il club si dovrebbe esporre e confermare che ci vorranno mesi prima di trovare la quadratura del cerchio. E siccome in Serie A questi mesi non sono concessi, forse quest’anno non si lotterà per la Champions. È inconcepibile ragionare sul lungo termine quando hai di fronte un allenatore che ha firmato per due anni ma si chiedono mesi per arrivare alla sua idea di calcio. L’alternativa era costruire subito una squadra più adatta per Sarri, penso a Torreira che è andato a Firenze in prestito per 1,5 milioni. Aggiungendo magari anche un difensore la squadra cambiava. Oppure si poteva fare come i nerazzurri, che hanno perso Conte e hanno preso l’allenatore più simile a lui”.