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PRIMAVERA | Lazio, Milani: “Sognavo di fare il portiere. Tra 10 anni mi vedo…”

Milani
In una lunga intervista rilasciata ai microfoni ufficiali del club il terzino della Primavera, Alessandro Milani, si è raccontato a 360°
Edoardo Pettinelli Redattore 

Si è raccontato a tutto tondo Alessandro Milani. Il terzino della Lazio Primavera, in una lunga intervista rilasciata ai microfoni ufficiali del club, ha toccato tanti temi: dal momento migliore in maglia biancoceleste fino al sogno di esordire all'Olimpico con questi colori.

"Il primo ricordo se mi dici Lazio?  Sicuramente il titolo che abbiamo vinto con l'Under 14 in finale in un derby contro la Roma vinto 3-0. Abbiamo vinto il titolo regionale che mancava alla Lazio da 18 anni, sicuramente siamo entrati nella storia. Direttori, tutti erano molto contenti, il mister. Abbiamo fatto una grande cosa per la Lazio e per noi stessi. Descrivermi a chi non mi conosce? Sicuramente sono una persona molto silenziosa, non parlo quasi mai. È molto difficile farmi arrabbiare, anche in campo non parlo tantissimo, sono il più tranquillo, quello che cerca di evitare risse o situazioni sgradevoli. Una persona molto introversa. Sicuramente me l'ha trasmesso mia madre, è introversa come me, parliamo poco ma siamo sempre con il sorriso.

Il calcio un rito familiare? In famiglia il calcio è sempre stato molto seguito. Papà ha 47 anni e va ancora a giocare 3 volte a settimana a pallone, è sempre stato un grande tifoso: è stato lui a portarmi allo stadio per la prima volta. Era un Lazio-Milan mi sembra nel 2011, doppietta di Tommaso Rocchi, che il primo anno alla Lazio lo ritrovai come mister. Chi ha fatto più sacrifici? Sicuramente più i miei genitori, sono stato preso alla Lazio nel 2018 e fino all'anno scorso ho fatto avanti e indietro da casa mia che dista un'ora e mezza, quindi il costo della benzina, il viaggio, a volte duravano anche 3 ore per il traffico. Sono stati 5 anni pesanti. Consiglio più grande che mi hanno dato? Sicuramente di non mollare mai, di stringere i denti. È una cosa che mi sono portato sempre avanti.

Timore di deluderli? Sicuramente, loro hanno dato tanto a me, i viaggi in macchina, le trasferte. Ci sono sempre stati. Una persona che mi ha cambiato? In ambito calcistico alcuni dei mister che ho avuto: da mister Sanderra a D'urso che sono stati quelli che mi hanno cambiato in meglio, rendendomi un giocatore migliore. Quando si impara dai grandi? Sia a tavola che in campo. Sono ragazzi come noi, hanno avuto la nostra età, hanno fatto le stesse cose nostre, scherzano e ridono come noi di 18 anni. In campo hanno un altro passo però c'è ancora tanto da imparare e in allenamento cerchiamo di guardare ciò che dobbiamo acquisire da loro. Abbiamo molta strada da fare prima di arrivare ai loro livelli.

Terzino per caso o per vocazione? Mi ricordo da piccolo che al campo portavo i guanti, sognavo di fare il portiere poi il mister mi metteva terzino, tornavo a casa e piangevo perché volevo mettermi in porta ma non mi ci mettevano, magari per l'altezza. Da la però sono sempre stato terzino, da almeno 13 anni ormai. Se non dovessi sfondare? Non vorrei cambiare la mia vita, il calcio è tutto ciò che ho sempre fatto, se non dovessi arrivare in fondo mi accontenterei anche di una carriera normale però poi dovrei trovare altro da fare quando finisce la carriera. Ce la metterò tutto. Perso una parte di giovinezza per il calcio? Sicuramente tutte le vacanze con gli amici d'estate, io a luglio sono in ritiro ma sono abituato, non mi dispiace: sono contento di ciò che faccio e so che qualche amico vorrebbe essere al mio posto.

La gioia più grande? Quest'estate quando mi è arrivata la chiamata del mister per il ritiro con la prima squadra, non me l'aspettavo e ho cercato di sfruttarla al meglio. Anche quando sono stato chiamato dalla prima squadra del Venezuela, soprattutto per mia nonna che è il motivo per cui ho scelto di andare lì. La scelta l'ho presa dopo al prima volta che sono stato con loro, sono stato in Spagna con loro, ho trovato un gruppo molto unito, uno staff che mi ha fatto sentire a mio agio. Penso sia una federazione molto organizzate e da lì ho deciso di cambiare. Cosa pensavo quando ho rimato il rinnovo? Sicuramente è stata un'emozione unica, ho pensato al direttore, e al fatto che se mi ha offerto un contratto vuol dire che ha molta fiducia in me, che la società crede in me. Ce la metterò tutta per ripagare questa fiducia.

Impossibile esordire qui? Io non smetto  mai di crederci, per me sarebbe un sogno esordire con questa squadra. Spero che se dovesse accadere possa essere all'Olimpico. Sarebbe un sogno. Amici veri anche nel calcio? Sì, quest'anno siamo rimasti io, Di Tommaso, Nazzaro, Petta: siamo in squadra insieme da 7 anni. Sono loro gli amici veri in questa squadra, abbiamo condiviso i momenti migliori delle nostre piccole carriere, i trofei, i viaggi, sono 7 anni che li viviamo insieme. Cosa è per me la normalità? Venire al campo e allenarmi, ma anche stare in famiglia. Quando torno a casa dopo le partite, a cena, con la famiglia i nonni e tutto è una sensazione bellissima. Durante la settimana non li vedo, il fine settimana torno con loro a casa e sono contento.

Chi arriverà dei miei compagni in Primavera? Per me uno dei più forti che ho visto in Primavera è Bordon, mi piace molto come gioca, il suo stile, la sua forza. Per me è uno che arriverà. Io tra 10 anni? Spero di essere qui alla Lazio, titolare in Serie A".