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Tare e Sarri
Una firma annunciata, che si fa desiderare. Il prolungamento contrattuale di Maurizio Sarri è pronto, ma l’autografo più prezioso non c’è. E a questo punto, difficilmente ci potrà essere prima della fine della stagione. Il presidente Lotito - durante la cena natalizia - aveva fatto una fuga in avanti: un attestato di stima verso il suo allenatore davanti a tutta la squadra. Ma il rinnovo conclamato all’Hotel St Regis ancora non è stato consegnato al tecnico toscano. I risultati dei primi sette mesi non sono stati esaltanti: la squadra ha ottenuto il minimo sindacale rubando l’occhio soltanto in rare occasioni. Un calendario fitto di impegni, qualche infortunio, alcune prestazioni sballate. E un organico che ancora fatica a metabolizzare i nuovi dettami tattici dell’allenatore.
La Lazio è ancora un cantiere aperto, dove l’ingegner Sarri sta cercando la quadra. La squadra non ha ancora trovato quell’equilibrio necessario per esprimere il proprio potenziale. L’organico - a detta dello stesso allenatore - andava rivisto. Ci sono alcuni giocatori che non sono adatti al modulo di gioco che il tecnico intende sviluppare. Ma al tempo stesso, il nuovo progetto tecnico si intravede appena. Sarebbe servita una svolta durante il mercato per avviare quella rivoluzione di cui si continua a parlare, ma della quale non si vede traccia. A questo punto, la situazione è bloccata. Ancora una volta le aspettative del tecnico sono state tradite. I dirigenti hanno portato avanti un mercato con strategie diametralmente opposte rispetto alla volontà di Sarri.
A questo punto, viene da chiedersi se a Formello siano ancora fermamente convinti di Sarri. Oppure se in questo ultimo mese, il presidente Lotito abbia repentinamente effettuato una marcia indietro rispetto alle intenzioni manifestate sulla pubblica piazza. Lotito attende Sarri, ma Sarri attende Lotito. Non è una questione di fiducia, ma è anche una questione di fiducia. E’ necessario un confronto tra le parti per capire la strada da intraprendere, anche con un direttore sportivo che sembra andare - almeno nei fatti - nella direzione opposta all’allenatore. Arrivati a questo punto, non servono compromessi, servono scelte. Lotito è chiamato a decidere: Sarri o Tare? Uno dei due è di troppo.
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