"Non mi interessa litigare: sono stato cinque anni a Formello e stavo spesso con Tare. Non è questione di amicizia, non ce l’ho con nessuno. Ma mi piace lavorare in un altro modo e lì non era più possibile farlo. Ho lasciato due volte Formello e in entrambe le occasioni ho lasciato lì anche i soldi. L’ho fatto sempre per amore della Lazio, sia da giocatore che da allenatore. Se fossi rimasto avrei fatto solo danni: so come sono fatto e so di avere mille difetti. Però vedo le cose da un punto di vista che evidentemente altri non hanno. Me la prendo facilmente, sono molto permaloso E faccio fatica a perdonare i torti.
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Peruzzi: “La Lazio non ha un progetto. A Formello comanda Tare”
Non è una questione di potere: cosa sarei rimasto a fare lì? Qual era il mio ruolo? In cinque anni alla Lazio non l’ho mai capito. Non voglio essere arrogante, ma sono stato lì avendo vinto tutto e nonostante questo quando dicevo qualcosa qualcuno storceva il naso o non mi prendeva in considerazione. Considerando che chi è lì dentro non ha vinto nulla di che parliamo?
Ho giocato vent’anni in porta e penso di capirci qualcosa, ma quando si parlava di portieri mi si diceva che non capivo nulla. Mi chiedevano un parere su un portiere dopo averlo acquistato, quando non aveva più senso. Se in partita si prendeva un goal e io sostenevo fosse colpa della difesa, mi sentivo rispondere che invece era colpa del portiere. Era inutile parlare".
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