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Lazio-Genoa
Di A. Federico Di Placido
Il match dell'Olimpico che ha visto la Lazio ospitare il Genoa ha aperto a tutti gli effetti la diciottesima, nonché penultima giornata valevole per il girone d'andata, del campionato. Una gara difficile sotto diversi aspetti: da quello mentale a quello tattico. Alla fine, però, ha spuntarla sono stati i biancocelesti.
La prima vera occasione del match è arrivata dopo circa un quarto d'ora. Ancora una volta dai piedi di Pedro. Peccato che il buon posizionamento della difesa rossoblù abbia negato allo spagnolo la gioia della rete. Un lampo nel buio di un primo tempo avaro di emozioni. Sfortunato il Genoa che ha perso Sturaro dopo appena pochi minuti ed è stato costretto alla sostituzione. Il guizzo dell'ex Barcellona ha acceso la Lazio che ha preso in mano il pallino del gioco. Gli avversari hanno potuto solo arroccarsi dietro impedendo la manovra offensiva biancoceleste. Anche con contrati piuttosto duri, all'occorrenza. Alla fine, però, a spuntarla sullo scadere della prima frazione di gioco è stato proprio lo stesso Pedrito su assist di Felipe Anderson. Per il classe 1987 è 6^ marcatura per lui in campionato nonché 7^ totale.
Il piglio dei padroni di casa è stato buono anche nella ripresa. La prima occasione vera è arrivata giusto un paio di giri d'orologio dopo che le squadre sono rientrate in campo. A realizzarla i piedi di Sergej Milinkovic-Savic che ha messo in mezzo all'area rivale un ottimo pallone sul quale Zaccagni non è riuscito ad arrivare per poco. Poco prima dell'ora di gioco arriva il momento anche di Strakosha. Il portiere albanese al 53' ha effettuato la sua prima parata. Debole, tra l'altro, il tiro di Pandev. Nonostante la reazione blanda dei rossoblù, la Lazio rimane in controllo del gioco e chiude la gara con le reti di Acerbi su sviluppi da calcio d'angolo e di Zaccagni, entrambi serviti da Luis Alberto. Sul finire di gara c'è anche il tempo della rete ospite. A segno Melegoni. Peccato perché il Grifone non è mai stato realmente pericoloso.
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