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Onorato: “Progetto dello stadio della Lazio bellissimo. Il Comune farà la sua parte”

Gualtieri e Onorato
Le parole dell'Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda del Comune di Roma a margine di Diario di un sogno: novità per il Flaminio
Edoardo Pettinelli Redattore 

A margine dell'evento Diario di un sogno per ricordare i cinquant'anni dello scudetto della Banda Maestrelli, è intervenuto ai microfoni dei canali ufficiali del club l'Assessore allo Sport del Comune di Roma Alessandro Onorato. Queste le sue parole. “Io non ero nato nel ’74, sono nato sei anni dopo. Ma sono la prova dell’importanza di quella squadra. Sono cresciuto con quel mito, un calcio diverso e romantico, fatto di cuore e passioni. Ci manca forse un po’ a tutti ancora oggi. È bello che la città di Roma riconosca, senza distinzioni di tifo, a quella squadra, al presidente Lenzini, al mitico Maestrelli e a quella squadra di essere stati eroi che cambiarono i pronostici. C’era un Nord ricchissimo che vinceva sempre e un Centro-Sud che non poteva competere. È una Lazio unica, non so se mai ci sarà nuovamente. La Lazio può vincere grandi cose, ce lo auguriamo tutti, ma non credo che quel mito possa essere nuovamente eguagliato.

Le infrastrutture per arrivare ai vertici sono fondamentali. Roma, nel tempo, ha perso troppi anni soprattutto nell’impiantistica sportiva. Dai quartieri popolari al centro: noi stiamo riaprendo tutto, dal Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano a campi e piscine da Quarticciolo a Tiburtina, da Ostia a Corviale, da Collidoro a Cesano. Per la Lazio e per la Roma servono due grandi stadi. Do un’anticipazione io, non l’ho detto prima sul palco mai io il progetto dello stadio della Lazio l’ho visto, è pazzesco e aspettiamo che Lotito lo presenti. Il Comune farà sicuramente il suo.

Cosa resiste di quel calcio lì? Non lo so, mi sembra molto complicato. Le potrei dire che nel mio ruolo istituzionale provo sempre a mantenere le distanze, il fair-play. Da laziale potrei dire che ho scelto di essere della Lazio in prima elementare, perché a Ostia nella mia classe non c’erano laziali. Mi piace stare nella minoranza, non mi pongo il problema della maggioranza, credo assolutamente in un calcio nostalgico, negli eroi, nei più deboli che battono i più forti. Credo sempre in questo, se avessi voluto vincere sempre e comunque avrei scelto una squadra del Nord. Mi auguro che prima o poi le regole del calcio moderno diventino più oneste perché se no è complicato: si creano illusioni. Mi auguro che il calcio venga riformato seriamente e credo che Roma se avesse le sue infrastrutture avrebbe risorse economiche per competere con chiunque nel mondo”.

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