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Dele-Bashiru
Doveva atterrare a Bengasi il volo della Nigeria in vista del match di martedì (18:00 italiane) tra i nigeriani e la Libia padrone di casa. Ma il match è ora a serio rischio, visto quanto accaduto proprio a Dele-Bashiru e compagni. Il volo del calciatore della Lazio è stato infatti dirottato ad Al Abraq, a oltre 200 chilometri dalla sede della partita. Non solo: i calciatori e tutto lo staff sono stati tenuti in ostaggio all’interno dello scalo libico per oltre 12 ore, con le forze dell’ordine a presidiare le uscite e senza cibo né un posto dove dormire.
A spiegare la situazione è stato l’ex Udinese Troost-Ekong sui social: “In queste condizioni non possiamo giocare. Hanno deviato il nostro aereo e ci hanno tenuti in ostaggio in questo aeroporto per oltre dodici ore senza alcuna disposizione. Il nostro pilota, che è tunisino, è uscito e rientrato dopo alcune ore. Non è stato trattato come un ostaggio e gli è stato detto che negli hotel vicini avrebbero accettato soltanto lui e nessun altro membro dell'equipaggio nigeriano. Queste condizioni non sono accettabili e così non possiamo giocare”. Anche Victor Boniface, sempre sui social, si è scagliato contro il trattamento riservato alla nazionale nigeriana: “Siamo qui senza cibo, senza wi-fi, senza un posto in cui dormire”. Ma cosa è successo?
Secondo i media libici il blocco sarebbe stato imposto prima da alcuni problemi con i passaporti poi dall’assenza di bus che potessero portare a Benina - sede del match - la Nigeria. Situazione che sembra seguire la scia di quanto accaduto nella gara di andata (decisa proprio da un gol del calciatore della Lazio), con il volo della Libia atterrato a 200 chilometri dalla sede del match e un’attesa di tre ore in aeroporto prima di salire sui bus che, senza aria condizionata, hanno portato la Libia verso Uyo. Autobus che, però, sarebbero stati noleggiati dalla stessa federazione libica.
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