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Alessandro Nesta
Dalla conquista del secondo Scudetto, passando per il Double, con la Coppa Italia e la Coppa delle Coppe. In casa Lazio a maggio i ricordi di quelle vittorie storiche tornano alla mente, anche a più di vent'anni di distanza. Quella squadra che Alessandro Nesta ha guidato da leader difensivo e capitano. L'ex difensore biancoceleste ha concesso una lunga intervista a Basement Café, ripercorrendo anche i suoi successi nella sua squadra del cuore. Questo un estratto della lunga chiacchierata.
"La mia vittoria più grande in carriera è stata il Mondiale, anche se mi sono fatto male alla terza partita. Quelle che mi sono rimaste dentro di più però sono la Champions con il Milan nel 2003 e lo Scudetto con la Lazio, la mia squadra del cuore. Ho avuto una vita stupenda, il calcio mi ha dato una stabilità dal punto di vista economico e l'occasione di viaggiare tanto. Ho sofferto quando ho smesso, non è stato semplice. Quando mi chiamò Cragnotti ero un ragazzino, giocavo da centrocampista. Poi nelle ultime tre partite ho giocato da centrale in difesa, perché i miei compagni si erano fatti male. L'anno successivo poi disse che in difesa avrebbe fatto giocare me e la cosa mi spaventò tantissimo.
La Nazionale che non va ai Mondiali allontana i giovani dal calcio, soprattutto oggi che è cambiato tutto. Quando ero piccolo io si scendeva sotto al palazzo e si giocava a calcio, oggi non è più così, ci sono tante distrazioni. La Serie A non può più permettersi di pagare come in passato e si è impoverita di campioni. Il primo problema in Italia sono gli stadi che fanno schifo. In Inghilterra andare allo stadio è uno spettacolo, in Italia invece ci vuole passione.
Oggi i ragazzi giovani guardano più alla Premier League: ad esempio mio figlio è tifoso del Chelsea. Io ho giocato alla Lazio e al Milan, lo rispetto ma gli ho detto di scegliere tra queste due. Altrimenti ci faccio brutta figura (ride ndr). Se l'Italia non va ai Mondiali perché mancano attaccanti? No, Ciro Immobile è un ottimo attaccante e poi neanche le altre Nazionali hanno più un grande numero 9. Ad esempio la Spagna ha Morata. Haaland assomiglia un po' ai 9 di una volta ma ce ne sono pochi".
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