“La squadra aveva fatto dei passi in avanti, ma come è solita fare dopo quattro-cinque partite viene fuori una gara di questo tipo. Poi stasera è tutto amplificato dalla grande partita del Napoli, che credo sia la squadra più forte vedendola dal campo. C’è poco da dire: siamo andati in difficoltà perenne e abbiamo sbagliato l’approccio alla partita. Non abbiamo avuto determinazione. Eravamo sempre in ritardo contro una squadra di grandi palleggiatori, non era un discorso di comunicazione ma di tempi di pressione. Non pressavamo da squadra ma individualmente.
news
Napoli-Lazio, Sarri: “Preoccupato dai profondi cali della squadra”
Io vedo una squadra che fa fatica a stare sui livelli di applicazione forti. Giocando ogni tre giorni è più difficile, ma noi passiamo da dieci a uno e questo non è ammissibile. Non si può lasciare un centrocampista libero, vuol dire che gli scivolamenti non erano fatte nei modi giusti. A me sembrava che reagissimo sempre sulle ricezioni avversarie e non sulle trasmissioni. Eravamo sempre in ritardo netto. Bisogna capire da cosa nascono i nostri alti e bassi e metterli a posto. Io stasera mi aspettavo di tutto tranne una partita di questo tipo. Poi ovviamente a Napoli puoi perdere, perché è una grande squadra. Il problema è la disattivazione che ho visto.
Felipe Anderson? È un oggetto delicato, quando si spenge lo fa in maniera seria, così come quando si accende. Ora è in una fase di down, però la sua carriera è sempre stata questa. Noi stiamo cercando di farglielo capire e accompagnarlo a un rendimento meno altalenante, ma è dura: è un percorso. Il ritorno a Napoli? Ho provato a rimanere sereno, due anni fa sono arrivato qui con un livello emozionale troppo elevato. È una città che mi piace e che ho nel cuore, così come gli abitanti: non è una città normale per me”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA