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Morabito clamoroso: “Zidane ed Emerson erano della Lazio, poi Cragnotti…”
Intervenuto a Non Mollare Mai Tv, programma condotto da Francesco Scarcelli, l'agente Fifa Vincenzo Morabito ha svelato due clamorosi retroscena legati a due trattative biancocelesti poi sfumate. Parliamo di Zinedine Zidane ed Emerson, entrambi ormai destinati alla Lazio a cavallo tra il 1998 e il 2000, che invece poi firmarono rispettivamente con Juventus e Roma. Queste le parole di Morabito.
"Volevo portare Ronaldo alla Lazio, poi non ci sono riuscito. Zidane alla Lazio? Con Nello Governato abbiamo fatto tutta la trattativa, costava circa 13 o 14 miliardi di lire. Ancora non era esploso Zidane, l'avevamo scoperto da poco. Nello mi disse: "Vorrei rivederlo un'altra volta perché ho qualche dubbio". Andiamo a vedere questa partita di campionato, era sera e faceva freddo. Una partita particolare, molto brutta ma lui non giocò peggio degli altri. A fine partita arrivò la telefonata di Cragnotti: "Allora Nello, cosa mi dici?"
"Insomma, Dottore, l'ho visto male. Mi sembra una copia più lenta di Marcolin". E lì praticamente cadde tutto, Nello è sempre stato un punto di riferimento dal punto di vista tecnico ed è stato un grande Direttore sportivo. Poi insomma, ogni tanto si prendono queste cantonate e lì fu bella. Il giorno dopo avevamo l'appuntamento con il presidente del Bordeaux e avevamo fatto tutta la trattativa per portarlo a Roma.
Emerson? Quella è bellissima. Ho pagato quello che avevo fatto con Stankovic, i romanisti si erano scatenati. Non è che abbiamo fallito, il giocatore aveva già fatto il pre-accordo con la Roma tramite il suo procuratore, molto vicino alla moglie. Io e Vinicio Fioranelli avevamo un grandissimo rapporto con il presidente del Bayer Leverkusen. Andammo in Germania e in quattro e quattr'otto chiudemmo con i tedeschi.
Andammo a cena la sera stessa con Emerson, era tranquillo. Anzi, era molto contento della Lazio. La moglie si vedeva già fosse contraria, il giocatore però aveva già stretto gli accordi. Poi tornai a Roma la mattina dopo e Cragnotti mi disse: "Vincenzo, non si può fare. Sarebbe troppo per il povero Franco Sensi, stiamo facendo un'emittente televisiva. Ho parlato con Enrico Bendoni, è meglio di no". Non se ne fece nulla".
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