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Il Milan la vince nel secondo tempo, ma dov’è finito l’attacco della Lazio?

Milan-Lazio
I biancocelesti reggono bene nel primo tempo, ma calano alla distanza perdendo lo scontro a centrocampo. Preoccupano le poche idee offensive
Michele Cerrotta

Lazio di scena alla Scala, ma la prima è tutta di Castellanos. È l’argentino la principale sorpresa nella formazione di Sarri, che conferma Rovella e rilancia Guendouzi. L’approccio alla partita contro il Milan è positivo, sulla falsariga di quanto ci si poteva aspettare alla vigilia. Match fisico e tattico, con continui ribaltamenti di fronte e pericoli reciproci. Come quelli che corre la Lazio in un paio di occasioni su due errori in impostazione di Provedel e Rovella. Al 13’ ha una grande occasione la Lazio, ma Felipe Anderson spara di sinistro sull’esterno della rete. La partita è fisica, ma non cattiva. Tuttavia ne fa le spese Loftus-Cheek, che al 29’ è costretto ad arrendersi. Al suo posto Pioli inserisce Musah. Passo quattro minuti e Leao suona il primo squillo, bravo Provedel a respingere in angolo.

Ma è dopo un contropiede sprecato dai biancocelesti che arriva l’occasione più grossa per i rossoneri, a un passo dallo scadere del primo tempo. Giroud si fionda su un cross dalla trequarti e calcia impegnando Provedel. Bravissimo il portiere biancoceleste a opporsi, ma la palla rimane lì per Reijnders che, di tacco, colpisce l’esterno del palo. La Lazio si salva e dopo due minuti di recupero si va all’intervallo. Si riparte senza cambi, ma con il Milan che aumenta la sua pressione. Lo scopre subito Marusic, ammonito al 51’ per un fallo su Theo Hernandez. I rossoneri continuano a spingere, Reijnders mette in soggezione il centrocampo biancoceleste. E al 60’ il pressing viene concretizzato: cross di Leao, in ritardo i centrocampisti della Lazio. Pulisic, tutto solo al centro dell’area, non sbaglia: calcia forte centrale, Provedel non riesce a compiere un altro miracolo e il Milan passa in vantaggio.

La Lazio riparte alla ricerca del pari, ma quattro minuti dopo arriva un altro giallo per Romagnoli su Musah. Passano sessanta secondi e viene ammonito anche Leao. Inizia allora la girandola di campi: al 67’ fuori Vecino e Kamada, dentro Guendouzi e Rovella. Due minuti dopo fuori Okafor, Pobega e Florenzi per Giroud, Adli e Calabria. Al 75’ Sarri inserisce Immobile e Pedro per Castellanos e Felipe Anderson, sette minuti dopo dentro anche Isaksen per Zaccagni e Pulisic Chukwueze. Ammonito Theo Hernandez all’83’, ma i biancocelesti continuano a faticare ad arrivare all’interno dell’area di rigore rossonera. Ci prova Isaksen, ottima percussione ma è bravo Florenzi a murarlo. Sul rinvio dal fondo, ammonito Maignan per perdita di tempo. All’88’ altra percussione di Leao, Casale non lo tiene in velocità e il portoghese mette dentro una palla arretrata su cui per Okafor è troppo facile segnare il 2-0.

I cinque minuti di recupero non servono più a nulla: troppo alta la montagna da scalare per la Lazio, troppo facile subire attento il ritorno di fiamma dei biancocelesti. Di fatto, la Lazio un gol lo troverebbe anche con Pedro, autore di un vero e proprio capolavoro a giro da fuori area. Ma l'arbitro annulla tutto per fuorigioco sulla sponda di Immobile. A San Siro vincono 2-0 i padroni di casa: dopo un buon primo tempo la squadra di Sarri si spegne alla distanza. Ancora una volta, però, a preoccupare è una sterilità offensiva che non cambia a seconda degli interpreti.

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