La Lazio perde a San Siro per 2-0 contro i rossoneri e arriva la prima sconfitta della stagione. Al termine della partita è intervenuto ai microfoni della radio ufficiale del club Maurizio Sarri, che ha analizzato la prestazione dei suoi. Di seguito le sue parole.
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Milan-Lazio, Sarri a LSR: “Brutta prestazione, ma io dico da anni che…”
Le parole dell'allenatore dei biancocelesti Maurizio Sarri, intervenuto al termine della partita ai microfoni dei canali ufficiali del club
La partita
“L’episodio conclusivo? Nessun tipo di nervosismo, nasce da un gesto di un giocatore che ha penso 35-40 anni meno di me e che quindi non si può permettere certe cose. Quando Ibrahimovic ha capito la situazione ha portato il ragazzo a chiedere scusa e finisce lì. Queste sono cose da campo. Purtroppo però abbiamo fatto una brutta prestazione da squadra attendista e giustamente abbiamo pagato. La partita era preparata in maniera diversa. Però quando cambi totalmente le abitudini seguite per anni questi momenti sono da prevedere: fanno capire che c’è ancora da lavorare. È stata forse anche l’aggressività del Milan, ma soprattutto la nostra mancanza di aggressività. Uscendo più alti forse avremo contenuto meglio il tutto”.
Ancora Sarri
“Ora siamo a metà strada tra un pensiero e uno opposto, i momenti di difficoltà sono prevedibili. Per noi è un anno di costruzione, bisogna passare anche per queste partite. Abbiamo trovato contro una strada forte, certe cose le paghi. Ora l’Europa League, non è facile dopo giorni ma non è facile nemmeno dopo le nazionali che restituiscono giocatori disintegrati. Lo dicevo già 4-5 anni fa: è un calendario impossibile. Però vedo che c’è silenzio da parte delle associazioni calciatori e allenatori, si vede che gli sta bene. Io sono un amante del calcio e non mi sta bene, perché penso che le partite debbano essere belle. Io non avevo grandi speranze che la partita potesse cambiare all’intervallo: l’inerzia era abbastanza palese. Ai ragazzi ho detto che c’è modo e modo di perdere, quello di oggi è il peggiore perché non abbiamo giocato il nostro calcio”.
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