Milan-Lazio, Leiva: “Sconfitta pesante, dobbiamo continuare a lavorare”

Le parole del centrocampista brasiliano, intervenuto al termine della partita ai microfoni di DAZN e della radio ufficiale del club

Al termine della partita contro i rossoneri, persa per 2-0 dai biancocelesti, si è presentato davanti alle telecamere Lucas Leiva, che ha parlato ai microfoni dei canali ufficiali del club e di DAZN. Di seguito le parole del biancoceleste.

Le parole ai canali ufficiali del club

“Oggi la nostra pressione non è stata eccellente, lo dimostrano anche i numeri sui falli fatti. E in fase offensiva abbiamo forzato tanto i passaggi e abbiamo regalato tante ripartenze a loro. Sapevamo che erano forti in questo aspetto. Sappiamo di dover ancora lavorare, è ancora lunga. Quella di oggi è una sconfitta pesante ma abbiamo ancora tempo per recuperare. La loro aggressività non è stata una sorpresa: avevamo visto che loro giocano così. Alla lunga è diventato difficile, alcuni episodi sono andati contro e potevamo non prendere alcune ripartenze. Alla fine secondo me abbiamo meritato di perdere. Non abbiamo fatto abbastanza per vincere. Però adesso dobbiamo guardare la partita e analizzare bene senza panico. È una sconfitta ma non è la fine del mondo. Non eravamo i migliori dopo il 6-1, non siamo i peggiori oggi. Dobbiamo solo capire gli errori e migliorarci lì dove non siamo riusciti a fare quanto richiesto. In Turchia sarà un ambiente molto caldo, i tifosi sono molto appassionati. Diamo molta importanza all’Europa League, abbiamo tre giorni per prepararci e vogliamo andare lì e far bene”.

Le parole a DAZN

“Oggi è stata una partita difficile. Non abbiamo iniziato bene e non abbiamo giocato come volevamo. Abbiamo preso due goal di ripartenza, sapevamo che loro erano forti. Dimostra che dobbiamo lavorare tanto e migliorare. I risultati nelle prime due giornate fanno non rendono la strada meno lunga. Il mister però ha fiducia e dobbiamo continuare a lavorare. Non abbiamo fatto quanto studiato in settimana, ora dobbiamo capire perché. Magari è questione di pressing, da fare insieme come squadra”.