La Lazio e tutto il mondo calcistico si stringono intorno alla famiglia Mihajlovic dopo la scomparsa di Sinisa. L'ex giocatore biancoceleste combatteva ormai da tempo contro la leucemia, annunciata per la prima volta nell'estate del 2019. Si era ripresentata a marzo di quest'anno, costringendo Sinisa a sottoporsi a un lungo e difficile ciclo di cure per contrastarla.
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Mihajlovic, la Lazio, i laziali: una lunga storia d’amore destinata all’eternità
L'affetto biancoceleste
—Non è mai stato dimenticato, neanche dopo quasi vent'anni dall'ultima presenza con la maglia della Lazio. Uno degli ultimi striscioni esposto ad aprile: "Coraggio Sinisa. Tira, segna, lotta e vinci ancora una volta!" quando la malattia era tornata con prepotenza. Messaggio subito pubblicato sui social dalla famiglia Mihajlovic, commossa dal fiume di affetto per Sinisa. Ad agosto l'ultima apparizione all'Olimpico, accolto con i soliti cori e tantissimi applausi, più uno striscione in Tribuna Tevere che recitava: "Sinisa non si piega, nè si spezza".
Tornando ancora più indietro nel tempo, al febbraio del 2020 quando la Lazio volava in classifica e il Covid stava facendo capolino in Italia, a pochi minuti dal fischio d'inizio della gara contro il Bologna. Un emozionato Mihajlovic si reca sotto la Curva Nord per raccogliere tutto l'amore dei tifosi biancocelesti. Il saluto commosso e le braccia al cielo leggendo lo striscione a lui dedicato: "Siamo al tuo fianco". E così è stato, fino all'ultimo momento.
Un affetto reciproco quello tra Sinisa e la Lazio. "Tifo Lazio, se perdo contro di loro mi rode di meno", queste le sue parole nella conferenza stampa prima dell'inizio di questo campionato. Mai nessun dubbio sul manifestare il suo amore per la Lazio e laziali, di cui Sinisa prima che rappresentante in campo, è stato amico. Questo oggi perde la Lazio, la Serie A e tutto il mondo del calcio: un amico, buono e sincero.
E se tira Sinisa è gol...
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