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Mattarella
L’estate 2021 ha scritto un nuovo capitolo nei libri della storia del calcio romano. Dopo quasi quattro decenni, infatti, un giocatore ha attraversato direttamente il Tevere senza passare per altre strade. Lo ha fatto Pedro, scartato con molta superficialità da Mourinho e accolto a braccia aperte da Sarri. Prima dello spagnolo, l’ultimo a compiere lo stesso percorso fu il portiere Astutillo Malgioglio, nel 1985. Ma la sua avventura in biancoceleste durò un solo anno e fu tutt’altro che felice, in una stagione travagliata e conclusa a metà classifica in B.
La vita di Malgioglio, però, si svolgeva non solo sui campi da calcio. Sin dall’inizio della sua carriera, infatti, investì tutto il suo tempo libero e i suoi guadagni per aiutare i bambini disabili. Costruì anche una palestra, salvo poi doverla chiudere a fine carriera non riuscendo più a mantenerla. Un impegno ammirevole, che sarà riconosciuto anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il 29 novembre, infatti, Astutillo Malgioglio riceverà da Mattarella l’Ordine al merito. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex portiere si è detto non sicuro di essere “degno di ricevere questa onorificenza. La voglio però condividere con le famiglie di quegli angeli che mi hanno permesso di fare la cosa più bella al mondo. Aiutare il prossimo”.
Nella lunga intervista concessa, Malgioglio è tornato anche sull’anno in biancoceleste: “Non ho mai capito perché tanta ostilità: non pretendevo applausi ma solo rispetto”. Cosa che, però, mancò totalmente e raggiunse il limite quando dalla Curva apparve un brutto striscione in riferimento ai bambini di cui Malgioglio si prendeva cura. La reazione non fu meno discutibile: il portiere a fine partite tolse la maglia, la getta a terra e la calpestò sputandoci sopra e lanciandola in Curva. “Mi fa male tornare su questo episodio - commenta - e non rifarei quel gesto. Io e la mia famiglia sappiamo quanta sofferenza provammo. A ferirmi furono la mancanza di rispetto, di solidarietà e di umanità per quei bambini innocenti e sfortunati. Il giorno seguente incontrati i genitori di quei bimbi: non sapevo cosa dire. Molti di quei bambini non sono riusciti a diventare adulti”.
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