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Lazio, Sarri: “Ho avuto offerte dall’Arabia. Sergej, Berardi, il mercato…” – INTEGRALE

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Alfredo Pedullà a Castelfranco intervista Maurizio Sarri: tutte le dichiarazioni del tecnico, dal passato al futuro passando per il presente
redazionecittaceleste

AGGIORNAMENTO 6 GIUGNO ORE  00:29 - Dopo gli spezzoni, arriva l'intervista integrale a Maurizio Sarri. Il tecnico della Lazio parla a tutto tondo a Sportitalia, dalla Lazio alle avversarie passando per il futuro e diverse rivelazioni. Queste tutte le sue parole. “Due anni esatti dopo una nuova intervista, sembra fatto apposta. L’avventura alla Lazio è proseguita bene, speriamo sia un auspicio per i prossimi anni. Ho fatto un po’ di vacanza in barca, ma mi piace passare un paio di settimane anche qui a casa. Non è stata sempre una navigazione tranquilla, sono stato in Corsica, a volte c’è stato vento e mare agitato. Se ho pensato al mercato? Viene fuori qui alla Lazio che farò tutto io, ma io mi limito a dire se un giocatore è adatto o meno al nostro modo di giocare. Se potessi fare un mercato, un miliardo di danni a Lotito lo farei.

Io sono venuto via dall’Inghilterra perché non volevo fare la figura del manager, al Chelsea ero troppo coinvolto in cose che non mi piacciono e toglievo tante energie dal campo, per questo ho preferito rientrare in Italia. Il calendario? Meno male che siamo arrivati secondi, fossimo arrivati ottavi ci facevano giocare in deroga a Madrid contro il Real. Il calendario è pesantissimo per quanto ci riguarda, nelle prime 7-8 partite affrontiamo quattro grandi squadre. Noi siamo arrivati secondi perché abbiamo fatto bene, ma siamo andati anche sull’onda di squadre che hanno fatto meno di quello che potevano. Non possiamo affidarci a questo.

Il prossimo anno? Da un punto di vista egoistico ti direi che dopo il secondo posto alla Lazio avrei dovuto dare le dimissioni. Ma non ci ho pensato perché sono in un ambiente in cui sto bene e voglio andare avanti. Ripetersi sarà difficile però, dobbiamo saperlo tutti. Il nostro obiettivo sarà confermarci in Champions. Tonali? Negli ultimi due anni è cresciuto in modo esponenziale. Potrà far bene, va in un grande ambiente con stadio e tifoseria bellissimi. La società sta tornando a essere molto forte e l’allenatore è, secondo me, il tecnico inglese più forte che c’è al momento.

Il Milan? Loftus-Cheek quando l’ho allenato era un crack a livello mondiale, è andato in crescendo esponenziale. Ha fatto 11 gol in totale, è un ragazzo di grande intelligenza e professionalità. Se sta bene fisicamente, che è uno dei limiti avuti fin qui, è un giocatore mondiale. Ci avevo pensato per la Lazio, ma poi bisogna parlare degli stipendi della Premier e si affrontano discorsi solitamente fuori portata per noi. Lui potrà sostituire Tonali, ha qualità fisiche e inserimenti. Nell’ultima amichevole prima della finale di Europa League si è infortunato al tendine d’Achille e ha fatto fatica a tornare, ma è un giocatore di grande livello. Reijnders è un buon giocatore, sarebbe un buon affare. Ma ovviamente spero ricostruiscano non benissimo. Pioli sta facendo benissimo, la chimica la troverà sicuramente.

Frattesi? È un grandissimo giocatore, nell’ultima stagione ha fatto un enorme passo avanti. È simile a Barella, ma sicuramente è un colpo importante. Io vedevo l’Inter davanti anche lo scorso anno, poi il Napoli ha fatto un lavoro straordinario e ha cambiato le gambe a tutti. Il centrocampo dell’Inter è uno dei più forti in Europa e lo rimane pur senza Brozovic. Io qualche offerta l’ho ricevuta dall’Arabia. Per il momento sto bene alla Lazio, quindi è inutile parlare di soldi. Se poi tra un paio d’anni non starò più bene o finirà il contratto, per un anno o due qualcosa si può prendere in considerazione. Ora però sto bene lì, sono a due ore di macchina da casa, non ho motivazioni per prendere in considerazione queste offerte.

Koulibaly? Difficile entrare negli interessi delle persone, ma prende 90 milioni in tre anni. È qualcosa che bisogna prendere in considerazione, sistema la famiglia per diverse generazioni. Il mio futuro? È chiaro che il calcio attuale porta a uno stress superiore rispetto al passato. Porta a lavorare diversamente, io mi diverto meno di prima. Quando non lavori più sul campo finisce la motivazione per me. Se devo fare il regista televisivo, il lavoro diventa completamente diverso. Si sta andando ad annoiare la gente, tra qualche anno non ci guarderanno. In Inghilterra prendono sei volte i diritti televisivi nostri e le partite del sabato pomeriggio non possono essere trasmesse per tutelare la Championship. Noi facciamo altre scelte accontentandoci delle briciole, poi lì i presupposti sono diversi. C’è un’altra mentalità e grandi strutture, il contesto incide. Vent’anni fa abbiamo preso la strada sbagliata, ora stiamo pagando.

Ancelotti? Ha vinto tutto, meriterebbe di vincere il Mondiale. Io in questo momento non mi ci vedrei, ma fra qualche anno la mia testa e il mio fisico potrebbero dirmi di fare questo. Ora però no. Giuntoli? Penso sia l’uomo giusto in questo momento storico per la Juve. Bisogna ricostruire, lui è un fenomeno in queste situazioni. Purtroppo penso che riuscirà a metterli a posto (ride, ndr). Non so quanto rapidamente, ma so che alla fine risolverà la situazione. Chiesa e Vlahovic? Sono due giocatori forti, mi preoccupano perché torneranno a fare stagioni di alto livello. Hanno qualità, possono sbagliare ma sono importanti. La qualità più importante di Giuntoli è il coraggio, non si fa mai problemi a mettere sul mercato giocatori importanti per prendere sconosciuti. È sempre stata la sua grandissima forza. Questo, unito alla sua competenza, lo porta a fare grandi cose.

Allegri? Un allenatore di questo livello può fermarsi un paio d’anni, ma a volte sono momenti in cui ricaricarsi. Massimiliano quest’anno ha dovuto gestire una stagione con difficoltà enormi tra infortuni e quello che è successo intorno. Si è trovato in una situazione di estrema difficoltà. Io penso che sia cambiato il contesto rispetto a quando c’ero io. Allora si veniva da otto vittorie consecutive e due finali di Champions, tutti pensavano fosse marginale vincere lo Scudetto. A me è stata rimproverata una Champions con sei vittorie e un pareggio a Madrid, con le regole attuali avremmo fatto i supplementari. Quella squadra ha poi fatto fuori il City, ma in quel momento si pensava che la Juve dovesse essere al top europeo, anche se era l’undicesimo monte ingaggi europeo.

La sintonia con l’ambiente Lazio? È difficile sentirsi a casa dopo pochi giorni in un ambiente nuovo, questo ti fa affezionare all’ambiente, alla squadra, alla tifoseria. In giro per l’Italia la visione della tifoseria della Lazio non corrisponde alla realtà. È una grande tifoseria, molto educata nei rapporti con noi. Mi sono sentito a casa, anche per la completa autonomia nel tornare a fare il lavoro sul campo. Mi ha fatto venire voglia di rimanere dentro all’ambiente.

La Roma? Era una grande squadra già negli scorsi anni, ha speso molte energie in Europa ed è rimasta indietro in campionato. Mourinho? Io personalmente non sento rivalità. Come ho sempre detto mi sta anche simpatico. Dalle rare volte che ci ho parlato, mi sembra intelligente. In un Chelsea-Manchester United è successo qualcosa di cui poteva approfittarsi e non lo ha fatto, ho molto rispetto. Ha tenuto conto dell’età del ragazzo, del momento dell’episodio e si è dimostrato un uomo. Lo rispetto soprattutto per questo.

Il nuovo Sarri? Dovessi dire quello che ho visto quest’anno, De Zerbi si sta affermando a livello europeo. Non deve essere il nuovo Sarri ma qualcosa in più. Poi tra i ragazzi mi sono piaciuti molto Palladino e Thiago Motta. Non so se mi assomigliano, ma mi sono piaciuti. Palladino vuole una squadra con qualità di palleggio e tecniche, è difficile giocarci contro perché ti tolgono il pallino del gioco. Thiago ha fatto un percorso straordinario a Bologna, nella seconda parte della stagione ha creato una squadra affidabile da ogni punto di vista. Ho visto una squadra vera.

Gvardiol? Le valutazioni dipendono sempre dal mercato in cui vengono fatte, dalla necessità della squadra che le fa. Una delle big 6 inglesi se ha bisogno di un giocatore spara valutazioni altissime, ora non fattibili in Italia. Il mio sogno sui difensori sarebbe costruirli in casa, perché devono lavorare tanto. Ma non si possono tirare fuori due-tre difensori per questi livelli da tutti i settori giovanili. I soldi da spendere poi li sui per altri giocatori.

Lotito? Dipende dai momenti, a volte spesso e altri - come l’ultimo periodo - lo sento meno. Io mi fido di tutti nel gruppo di lavoro, ma nella nostra società il presidente è importante. Sarebbe importante averlo presente in maniera sistematica. Berardi? È un giocatore del Sassuolo, è uno dei giocatori che mi piacerebbe allenare come ce ne sono tanti altri. Nel Sassuolo ce ne sono tanti, per esempio Frattesi. Mi intriga anche Maxime Lopez. È sempre stata una squadra che per filosofia ha avuto dentro due o tre giocatori per me piacevoli. Poi se inseriamo questi giocatori nel contesto Lazio mi devo tirare indietro per rispetto verso il Sassuolo.

Milinkovic? È un problema per la società, per me potrebbe essere una risorsa. Dipende tutto da quanto il ragazzo è coinvolto nella situazione. Milinkovic con la testa libera è un giocatore di livello straordinario. Con noi tra gol e assist ha creato in due anni 40 situazioni da gol. Si parla di un giocatore straordinario che ora ha una vicenda contrattuale che non so che conseguenze possa portare. È un problema societario e una risorsa tecnica, bisogna fare una scelta a livello societario.

Il vice Immobile? Dipende dalle situazioni in divenire. Se noi abbiamo la necessità di tenere sempre Felipe da esterno deve arrivare un giocare più pronto, se abbiamo più esterni possiamo prendere anche un giovane da tirare su e nel frattempo ogni tanto usare Felipe da attaccante centrale, cosa che in stagione ha fatto bene. Bisogna sempre guardare la rosa nel complesso, vediamo in divenire. Torreira? È un giocatore che ho visto benissimo alla Sampdoria e bene alla Fiorentina. In Italia ha fatto bene. Ricci? Penso sia il nuovo che avanza, a Torino ha fatto un’esperienza diversa ed è cresciuto caratterialmente e come aggressività. Penso possa avere futuro anche in Nazionale.

Osimhen? Non so cosa farei al suo posto, ma so certamente ce ciò che ha trovato a Napoli non lo ritroverà da nessuna parte, è una città unica, esaltante, che ti fa sentire cose particolari. Sicuramente responsabilità, ma anche affetto e amore nei tuoi confronti e in quelli della squadra, partecipazione totale. Osimhen farà le sue scelte, ma io so che quello che ha vissuto a Napoli faticherà tanto a ritrovarlo. Ma oggi c’è il Tour de France e un po’ di salite, anche se non mi ci lasci andare ci vado da solo (ride, ndr)”.

 

AGGIORNAMENTO ORE 23:53 - Su Osimhen. “Non so cosa farei al suo posto, ma so certamente ce ciò che ha trovato a Napoli non lo ritroverà da nessuna parte, è una città unica, esaltante, che ti fa sentire cose particolari. Sicuramente responsabilità, ma anche affetto e amore nei tuoi confronti e in quelli della squadra, partecipazione totale. Osimhen farà le sue scelte, ma io so che quello che ha vissuto a Napoli faticherà tanto a ritrovarlo”.

AGGIORNAMENTO ORE 23:45 - Su Mourinho. “Io personalmente non sento rivalità. Come ho sempre detto mi sta anche simpatico. Dalle rare volte che ci ho parlato, mi sembra intelligente. In un Chelsea-Manchester United è successo qualcosa di cui poteva approfittarsi e non lo ha fatto, ho molto rispetto. Ha tenuto conto dell’età del ragazzo, del momento dell’episodio e si è dimostrato un uomo. Lo rispetto soprattutto per questo”.

AGGIORNAMENTO ORE 23:30 -  Su Giuntoli alla Juve. “Giuntoli penso sia l’uomo giusto in questo momento storico per la Juve. Bisogna ricostruire, lui è un fenomeno in queste situazioni. Purtroppo penso che riuscirà a metterli a posto (ride, ndr). Non so quanto rapidamente, ma so che alla fine risolverà la situazione. Chiesa e Vlahovic? Sono due giocatori forti, mi preoccupano perché torneranno a fare stagioni di alto livello. Hanno qualità, possono sbagliare ma sono importanti. Giuntoli? La qualità più importante è il coraggio, non si fa mai problemi a mettere sul mercato giocatori importanti per prendere sconosciuti. È sempre stata la sua grandissima forza. Questo, unito alla sua competenza, lo porta a fare grandi cose”.

Su Allegri. “Un allenatore di questo livello può fermarsi un paio d’anni, ma a volte sono momenti in cui ricaricarsi. Massimiliano quest’anno ha dovuto gestire una stagione con difficoltà enormi tra infortuni e quello che è successo intorno. Si è trovato in una situazione di estrema difficoltà. Io penso che sia cambiato il contesto rispetto a quando c’ero io. Allora si veniva da otto vittorie consecutive e due finali di Champions, tutti pensavano fosse marginale vincere lo Scudetto. A me è stata rimproverata una Champions con sei vittorie e un pareggio a Madrid, con le regole attuali avremmo fatto i supplementari. Quella squadra al turno dopo ha fatto fuori il City”.

AGGIORNAMENTO ORE 23:21 -  Sul mercato? “Viene fuori qui alla Lazio che farò tutto io, ma io mi limito a dire se un giocatore è adatto o meno al nostro modo di giocare. Se potessi fare un mercato, un miliardo di danni a Lotito lo farei”.

Su Berardi. “È un giocatore del Sassuolo, è uno dei giocatori che mi piacerebbe allenare come ce ne sono tanti altri. Nel Sassuolo ce ne sono tanti, per esempio Frattesi. Mi intriga anche Maxime Lopez. È sempre stata una squadra che per filosofia ha avuto dentro due o tre giocatori per me piacevoli”.

Su Milinkovic. “È un problema per la società, per me potrebbe essere una risorsa. Dipende tutto da quanto il ragazzo è coinvolto alla situazione. Milinkovic con la testa libera è un giocatore di livello straordinario. Con noi tra gol e assist ha creato in due anni 40 situazioni da gol. Si parla di un giocatore straordinario che ora ha una vicenda contrattuale che non so che conseguenze possa portare. Bisogna fare una scelta a livello societario”.

Sul vice Immobile. “Dipende dalle situazioni in divenire. Se noi abbiamo la necessità di tenere sempre Felipe da esterno deve arrivar eun giocare più pronto, se abbiamo più esterni possiamo prendere anche un giovane da tirare su e nel frattempo ogni tanto usare Felipe da attaccante centrale, cosa che in stagione ha fatto bene. Bisogna sempre guardare la rosa nel complesso, vediamo in divenire”.

Su Torreira. “È un giocatore che ho visto benissimo alla Sampdoria e bene alla Fiorentina”.

AGGIORNAMENTO ORE 22:46 - Sulle offerte dall'Arabia. “Io qualche offerta l’ho ricevuta dall’Arabia. Per il momento sto bene alla Lazio, quindi è inutile parlare di soldi. Se poi tra un paio d’anni non starò più bene o finirà il contratto, per un anno o due qualcosa si può prendere in considerazione. Ora però sto bene lì, sono a due ore di macchina da casa, non ho motivazioni per prendere in considerazione queste offerte. Koulibaly? Difficile entrare negli interessi delle persone, ma prende 90 milioni in tre anni. È qualcosa che bisogna prendere in considerazione, sistema la famiglia per diverse generazioni”.

Parola a Maurizio Sarri. A un mese dalla fine del campionato e a pochi giorni dall'inizio del ritiro, il tecnico della Lazio torna a parlare. Lo fa ai microfoni di Sportitalia, in un'intervista a tutto tondo rilasciata ad Alfredo Pedullà. Cittaceleste vi offre la diretta scritta per seguire tutte le parole dell'allenatore biancoceleste.