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RIVIVI IL LIVE | Lazio-Roma, Baroni: “Voglia e determinazione per la passione della gente”

Marco Baroni, conferenza
Le dichiarazioni del tecnico biancoceleste in conferenza stampa da Formello alla vigilia della partita di domani sera contro i giallorossi
Michele Cerrotta

Reagire subito dopo il ko di Bodo, per continuare a correre in campionato e trarre energie in vista di un ritorno di Europa League cruciale. La Lazio è attesa dalla prova derby per mandare risposte dopo la brutta parentesi in Norvegia. Domani alle 20:45 all'Olimpico i biancocelesti ospiteranno la Roma in una sfida importante non solo per la supremazia cittadina, ma anche per gli equilibri di una classifica che lascia ancora oggi ogni scenario ancora aperto. Proprio in vista del match, allora, dalla sala stampa di Formello va in scena dalle 14:00 la conferenza della vigilia di Marco Baroni. Segui le sue parole grazie alla diretta scritta di Cittaceleste.it.

Il poco tempo per pensare al derby può essere un vantaggio? Il poco tempo per prepararlo la preoccupa?

Non credo che storicamente ci sia un altro derby giocato così ravvicinato a una partita di coppa, ma non fa niente: il derby si può giocare anche dopo un’altra partita, perché è una gara straordinaria, a maggior ragione se davanti ai propri tifosi. Ci sarà tutta l’energia possibile e immaginabile e i tifosi ci aiuteranno ad avere ancora più energia”.

Sarà una Lazio diversa rispetto all’andata?

Giovedì ho detto che al ritorno col Bodo vedremo un’altra partita: non voglio attaccarmi agli alibi, ma è chiaro che alcune condizioni fossero sfavorevoli per noi. Basta vedere come è scivolato Vecino sul gol: non era facile tenere gli appoggi. Noi siamo convinti che ci sarà la possibilità, anzi siamo convinti di avere ogni chance per passare il turno. Il derby d’andata? Tutto ti insegna sempre qualcosa. Sappiamo che dobbiamo fare una partita di rigore, voglia e determinazione, c lo siamo detti. E sono convinto al di là del poco tempo di recupero che la squadra avrà tutte le energie necessarie”.

C’è la possibilità di vedere Belahyane dal 1’?

Reda è un giocatore che sta crescendo, lo sapevamo. È stato preso perché conoscevamo le sue qualità. Sarà sicuramente della partita”.

Come sta la squadra?

La squadra è consapevole della gara che ci aspetta, credo che sia la cosa più importante. Oggi c’è l’allenamento, poi rimaniamo qua per prepararci al meglio a questa gara. Questa è la certezza che abbiamo”.

Cosa può dare in più ritrovare Dia e Castellanos insieme?

Sono due giocatori che avevano trovato la capacità di integrarsi alla perfezione. Castellanos è stato a lungo fuori, deve stare sereno e sparare tutto quello che ha senza pensare ai 90 minuti. Deve andare dentro forte, è chiaro che quando stai fuori a lungo devi riacquisire tante certezze. Deve ripartire dalla semplicità, sappiamo che è un giocatore forte: per noi è indispensabile e sono convinto che ci darà una mano importante”.

Si aspetta qualcosa in più dalla squadra?

Il risultato si fa tutti insieme, non scindo mai questi fattori. La squadra deve avere un’identità, deve ritrovarsi nella prestazione e nel gioco d’insieme, nel sacrificio, nella dedizione e nel sapersi spendere dall’inizio alla fine. Devo dire che la squadra ha sempre centrato le prestazioni. A volte il risultato non è stato favorevole ma la squadra deve sempre stare dentro la prestazione, perché è quello che ci porta a ottenere un risultato importante”.

La Lazio può performare solo andando a mille?

Noi abbiamo un’identità: non siamo una squadra conservativa. Dobbiamo spenderci e dare tutto, ma questo si può e si deve fare in ogni partita. Non ci deve essere un retaggio mentale di stanchezza o volontà di conservare. Ma a volte riesce e altre no: ci sono anche gli avversari. La squadra non deve mai perdere fiducia e consapevolezza”.

Ha mai pensato di inserire un centrocampista in più?


Col 4-2 la squadra ha trovato equilibrio. Cerco sempre di andare alla ricerca della miglior condizione dei giocatori, per molto tempo ci sono mancati giocatori importanti: Dele, Vecino. Gli altri tre sono un po’ più mediani. Quando giochiamo 4-2-3-1 ci può essere un vertice più offensivo o un centrocampista, ma non deve cambiare l’atteggiamento e come la squadra deve stare in campo”.

Quanto la fa arrabbiare subire gol dopo pochi secondi?

Quando le cose avvengono non sono mai casuali. Ma la particolarità della partita a Bodø è la complessità. Ora non voglio tornarci perché sarebbe cercare alibi: niente alibi perché ti indeboliscono. Testa a questa partita, poi penseremo al ritorno”.

Sta pensando a Gigot dal 1’?

Arginare Dovbyk non può essere solo questione di un giocatore. Tutta la squadra deve operarsi nelle due fasi, lo sappiamo e lo faremo”.

La distanza tra difesa e centrocampo è un rischio calcolato o un qualcosa da migliorare?

Ho sempre cercato di mantenere la squadra più alta possibile, avendo molti giocatori offensivi penso sia la miglior soluzione spendere energie nella metà campo avversaria. Questo qualche volta ti espone a questo tipo di pallone giocato tra le linee, ma la squadra da questo punto di vista sta bene e lo dimostra la prestazione di Bergamo. La squadra sa cosa fare in certe situazioni, poi ci sono gli avversari e il Bodo ha fatto una prestazione fisica pazzesca. Devi sapere gestire certe variabili, ma ho grande fiducia nella squadra e nei miei uomini”.

Si sente sfavorito? Pensate ai tanti punti persi rispetto all’andata?

Chiaramente nelle ultime quindici partite la Roma è prima davanti all’Inter con sei punti in più, miglior difesa e miglior attacco. È indiscutibile che al momento siano i più bravi di tutti. Ma domani saremo lì con la voglia e la determinazione per batterli”.

La squadra sente il peso dell’ultimo periodo?

Entusiasmo e gioia non devono mai mancare su un campo di calcio a una mia squadra. Il peso va sentito, il dolore fisico bisogna sentire, è normale. Ma come ho detto alla squadra il calcio ti dà una grande occasione: che c’è subito un’altra partita. A maggior ragione se è il derby giocato in casa dopo poco tempo. Serviranno energia, entusiasmo, voglia e determinazione: dobbiamo batterci come leoni davanti ai nostri tifosi. Quest’anno non l’ho mai detto, ma ci sono allenatori che lo ripetono: quando giochi così tante partite, stando su tre fronti come noi fino a poco tempo fa, le energie devono essere modulate. Ci sono giocatori che stanno facendo un percorso di crescita, con cose a cui non erano abituati come le tante partite. Diventa questione anche di energie fisiche e nervose da gestire. Siamo dentro questo percorso di crescita, abbiamo la voglia e la determinazione di non mollare un millimetro”.

Quanto può aiutare la prestazione del trequartista con il ritorno di Castellanos?

In questo momento dovrei tessere elogi a Castellanos. Credo che Dia a Bergamo abbia fatto una buona partita, si sono alternati lì altri giocatori ma nessuno di questi è il nostro centravanti. Ora rimettiamo Taty dentro, non dobbiamo aspettarci che spacchi il mondo: lui domani deve stare sereno e fare la prestazione finché tiene al 300% della sua possibilità finché tiene nella sua semplicità. Mi aspetto questo dal Taty”.

Qual è il suo pensiero sulla questione scommesse?

Su questo ultimo argomento non voglio entrare, anche se credo sia una cosa assurda. Non l’ho mai contemplata nel mio pensiero o in quello dei miei giocatori. Posso dire solo questo: non è contemplata nel mio pensiero”.

Ha parlato col gruppo per questo periodo denso di emozioni e così decisivo?

Noi sappiamo di essere entrati nel momento decisivo della stagione. Lo abbiamo fatto con un percorso, se siamo qui è perché c’è stato un percorso da non dimenticare. Dobbiamo lavorare per migliorarci ogni giorno e ogni momento, anche con le partite che non si vincono. Quando dico essere pronti intendo questo: la cosa più bella è giocarsi queste partite qui, arrivare in fondo e sentire l’importanza delle partite da qui alla fine. Questa è la cosa più bella e per questo lavoriamo dal primo giorno”.

Dal punto di vista emotivo quale può essere l’asso nella manica?

Sentire. Sentire che ci sono dei tifosi che vanno a lavoro, dei bambini che vanno a scuola e portano la loro fede calcistica. Sentire i sacrifici della gente: credo che il derby, se dovessi riassumerlo in una parte emotiva, sarebbe il sentire dentro quello che si avverte fuori, sugli spalti, sul posto di lavoro, nella giornata che scorre. Quello deve sentire la squadra”.

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