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RIVIVI IL LIVE | Lazio, Fabiani: “Kamada? Vi spiego. Luis Alberto andrà via, Tudor…”

Fabiani
Le parole del direttore sportivo biancoceleste, intervenuto ai canali sociali del club, per fare chiarezza sulla situazione legata a Kamada
Michele Cerrotta

Kamada verso il Crystal Palace, un dietrofront che spiazza la Lazio nel giorno della scadenza della clausola del calciatore. Intervenuto ai canali ufficiali del club biancoceleste, il direttore sportivo Angelo Fabiani ha fatto chiarezza sulla questione legata al giapponese. Queste le sue parole. “Kamada? Parto da un punto fermo: quando c’è il vento del cambiamento o si hanno delle basi solide o si viene spazzati via. Non mi stancherò mai di dire che sono i tesserati che devono stare al servizio della Lazio e non il contrario. Lo scorso anno puntammo su Kamada perché c’era Luis Alberto che voleva andare via. Si cercò un giocatore con quelle caratteristiche e Sarri diede il benestare al suo arrivo. Il giocatore e il suo entourage chiesero un anno con opzione per altri tre con clausola unilaterale a favore. Per farlo arrivare li abbiamo accontentati e non è costato poco tra stipendio e commissioni.

Ieri scadeva questa clausola a favore di Kamada per rinnovare per tre anni e ci siamo trovati di fronte a una cosa inaspettata. Nel momento in cui l’entourage e Kamada si presentato chiedendo lo stesso tipo di contratto dello scorso anno, ci siamo trovati di fronte a grande scortesia. Non mi faccio ricattare da nessuno e ho detto che non mi interessava neanche discutere di questa estorsione, perché di fatto questo era. Una società deve patrimonializzare i propri calciatori, se avessi ancora accettato questa situazione lui sarebbe andato via tra un anno senza aver la possibilità di cederlo. Era una condizione inaccettabile, irricevibile.

Questi signori, procuratori e calciatori, devono capire che chi viene qui deve amare la Lazio e il progetto Lazio. Tutti sono utili, nessuno indispensabile: non ci si deve servire della Lazio, dei tifosi o dei media, ma deve essere il contrario per rispetto dei tifosi e della società. Queste persone. Chi si comporta diversamente con me non va d’accordo, non mi piacciono i ricatti. Ho i miei metodi, ho detto che avrei rinnovato la squadra. La Lazio è l’ottava società in Europa per età media più alta. È iniziato un nuovo percorso, andiamo avanti: mi assumo io le responsabilità del momento. Sento parlare di Lotito, ma io sono un professionista da trent’anni in questo mondo. Qualche imbecille ha detto che non ho nessuna esperienza in Serie A: si informi meglio. Ho anche affrontato la Lazio, io arrivai settimo e la Lazio decima. Prima di parlare questi tromboni dovrebbero informarsi sulla storia delle persone.

Luis Alberto? Stiamo valutando in queste ore, ci sono alte percentuali che lasci la Lazio. Cercheremo di accontentare il ragazzo perché chi sta qui deve farlo con fede e passione, io non dormo la notte. Ho rischiato l’infarto con il Sassuolo, perché avevo paura di lasciare la Lazio senza Europa. Voglio e devo lavorare con chi ama questa maglia. Ricordo Rovella, era stato fuori e ha detto su un posto che gli era mancata la Lazio: voglio dieci Rovella. Rivoluzione? Non mi piace questa parola, ma siamo l’ottava squadra europea più anziana. Si è concluso in ciclo che ha portato ottimi risultati, ma gli anni passano per tutti. Bisogna guardare in faccia la realtà senza nascondersi dietro a nessuno. Possono durare uno o tre anni i cicli, abbiamo iniziato lo scorso anno, c’è lavoro da fare e una mentalità da cambiare.

Cercheremo giocatori funzionali, giovani ma con esperienza internazionale. Cercheremo gente affidabile andando avanti per la nostra strada per rispetto dei tifosi. Non è più possibile che ci siano calciatori che prendono per il culo i tifosi, che pagano, poi quando arriva la squadra X voltano le spalle. Qui deve esserci gente funzionale che ama la Lazio. Molti giocatori si sono fatti il loro orticello, conoscono i giornalisti e gli raccontano verità che non corrispondono alla realtà. Bisogna essere chiari, onesti, senza prendere in giro le persone. Io non mi faccio prendere per il culo da questi soggetti. Il sistema sta cambiando, chi ha basi solide regge l’urto del vento del cambiamento, chi non le ha viene spazzato via

Tudor? Oggi è il nostro allenatore, sento dire che ha chiesto di cambiare tutta la squadra. Ma le parole non vanno decontestualizzate. A queste cose non vado neanche dietro, sento dire che la Lazio non vuole andare in Champions perché poi deve pagare i premi: ma se metto un premio è perché voglio quell’obiettivo, altrimenti che lo metto a fare? C’è chi si diverte a seminare zizzania, c’è gente che non può fare certe considerazioni perché non ha conoscenza della materia. In questo caso meglio stare zitti, altrimenti si fanno brutte figure. Guendouzi è un giocatore della Lazio e rimane tale. Tudor sapeva che è un beniamino dei tifosi, non ci passa per la testa di smontare una squadra e mandar via chi quest’anno ha dato il suo contributo.

Quest’anno siamo rimasti senza Sarri, persona stupenda che ha gettato la spugna, e ci siamo trovati in un momento difficile nelle condizioni di dover fare una scelta. Nella vita come fai sbagli, se avessimo tenuto un allenatore ponte e avessimo perso ci avrebbero criticato, abbiamo preso Tudor e fanno lo stesso. Bisogna fidarsi delle persone, se dovessi sbagliare sarei il primo a farmi indietro perché delle poltrone non mi frega nulla. La tempistica del mercato? Ogni mercato è lo stesso, chi dice che il primo giorno di ritiro le squadre hanno allestito rose dice baggianate. La squadra non verrà smontata. Poi se arriveranno offerte si valuteranno, ma l’allenatore quando è venuto era consapevole della situazione. Siamo riusciti a entrare in Europa, era il minimo per i nostri tifosi.

Quando si parla bisognerebbe informarsi su tutto. Rovella percorre 14km a partita, è sopra la media europea: di che parliamo? Ci sono tante altre situazioni, valutate sulla base di dati oggettivi. Poi se vogliamo fare il calcio mediatico facciamolo, ma chi fa informazione dovrebbe accendere il cervello prima di parlare. Posso stare a sentire che la Lazio non è voluta andare in Champions per non pagare i premi? Come si può rinunciare alla Champions? Bisognerebbe essere dei dementi patentati.

Con Women e Primavera abbiamo iniziato un anno prima. La Primavera era in Primavera 2, la Women non riusciva a vincere il campionato. Abbiamo lavorato e istituito lo stesso metodo che vale per la prima squadra. I giocatori della Primavera sono stati tutti funzionali al progetto, così le calciatrici della Women. Dobbiamo portare questo modello di attaccamento ai nostri colori, di gente che suda, lotta e vuole rimanere alla Lazio. Se oggi vado da Rovella e dico che l’ho venduto al PSG, si incatena al Campidoglio e dice di voler rimanere alla Lazio. Questo vuole un tifoso, ora lo dico da tifoso: mi voglio innamorare di calciatori così e dargli il massimo dell’affetto. Per un calciatore così voglio spendere per andare allo stadio, non per i finti. Con me i finti possono durare lo stretto necessario per poter cambiare. È finito il tempo delle vacche grasse, vale per calciatori, dirigenti e inservienti.

Qui in troppi riportano cose all’esterno che poi prendono dimensioni assurde: alcune situazioni vanno trattate con riservatezza. Qui c’è qualcosa da sistemare. Prometto a tifosi e società che ce la metterò tutta, tirerò fuori questo male perché la società Lazio deve stare al centro del progetto. Non mi stancherò mai di dirlo: entro alle 9 la mattina, vado via la sera alle 20. E faccio il direttore sportivo: non vado al cinema, al teatro e - mi dispiace - non mi godo la famiglia. Ho una bambina di 12 anni che ha fatto un saggio, per impegni non sono andato a vederla. Poi posso sbagliare, ma tutto mi si può dire tranne che non ci metto impegno e passione o che faccio sì che la Lazio faccia figure barbine.

Sembra una missione difficile, ma allo stesso tempo è facile. Quando si inizia a capire il metodo diventa tutto più facile. Purtroppo, non perché chi mi ha preceduto abbia sbagliato, il ciclo si è chiuso: il tempo passa per tutti. Va aperto un altro ciclo, con me è basato sull’onestà. Non sono una persona ricattabile: se sei funzionale alla Lazio ti do il cuore, ma se vedo che tutto questo significa volersi approfittare della Lazio divento una bestia e c’è chiusura totale. Quando c’è il vento del cambiamento servono basi solide altrimenti sei spazzato via. È accaduto col settore giovanile, accadrà anche con la prima squadra. Tempo al tempo.

Lascio lavorare i collaboratori, ma anche loro non devono sconfinare. Sono un uomo del popolo, mi piace ascoltare gli umori della gente e farmi carico delle sue preoccupazioni. Garantisco dal sottoscritto il massimo impegno. L'errore ci può stare, ma chiarisco una volta per tutte: Kamada poteva rimanere alla Lazio, voleva stravolgere una situazione pattuita e questo non va bene. Ed è un segno di serietà da parte della società, non di debolezza. Le donne possono manifestare debolezze, gli uomini non possono farlo: non significa essere maschilisti, ma dover avere pelo sullo stomaco e prendere scelte impopolari. Ho girato l'Italia, non c'è nulla di nuovo sotto il sole: la vedo e la penso così, è l'unica strada per costruire un futuro importante per il futuro biancoceleste”.