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Nicolò Rovella e Luis Alberto
Giorno di vigilia in casa Lazio. I biancocelesti, con un solo allenamento sulle gambe, si preparano alla rifinitura in vista dell'appuntamento di domani sera contro l'Atletico Madrid. Torna la Champions all'Olimpico e, dopo quindici anni, torna anche il pubblico ad animare le notti della principale competizione europea. Insieme a Maurizio Sarri, intanto, nella conferenza della vigilia interviene come di consueto anche un tesserato biancoceleste. Queste le parole di Luis Alberto davanti ai giornalisti presenti nella sala stampa di Formello.
Non affronti l’atletico dal 2016. Quanto è cambiato oggi?
“Simeone ha dimostrato tanto in questi anni con tutto quello che ha fatto. Domani verrà qui e sarà una partita da affrontare con cattiveria e personalità. L’ultima partita dell’Atletico ti dice poco, ma nella penultima hanno vinto 7-0, sono una squadra che sta cambiando e da gennaio dell’anno scorso gestiscono di più il pallone. Hanno calciatori importanti come Griezmann e Morata”.
Che motivazioni ti dà giocare contro una squadra spagnola? E’ ancora il tuo desiderio chiudere la carriera lì?
“Sì, ho sempre detto che è un desiderio chiudere la carriera con il Cadice. Se non hai motivazioni in Champions, allora non ti piace il calcio”.
L’ultima Champions senza pubblico, domani torneranno anche i tifosi...
“Sarà ancora più bello ancora giocare con i nostri tifosi la Champions. Senza è strano, il calcio è dei tifosi. Cosa ci manca? Essere più cattivi. Dobbiamo evitare di prendere questi gol da ‘polli’, che neanche squadre di quarta o quinta categoria. Serve più personalità ma la squadra sta lavorando e giocando bene”.
Come giudichi gli errori arbitrali contro la Juve? Un giudizio sui nuovi a centrocampo?
“Abbiamo detto che non parliamo più della Juve. Kamada, Nico e Mattéo sono giocatori fantastici. Il curriculum di Guendouzi dice tutto, è un ragazzo fantastico. Daichi mi piace tanto, ha una grande intelligenza. Troveranno sempre più spazio anche gli altri, faranno benissimo per noi e per la Lazio per tutta la stagione".
Come puoi aiutare Immobile in questo momento di crisi?
“Non so cosa possa fare, è la vita dell’attaccante: se segna è un fenomeno, se non lo fa è scarso. Sono sicuro che Ciro tornerà a fare uno o due gol e tutti resteranno zitti".
Ci pensi alla Nazionale?
“No, non ci penso perché ti toglie energie, anche se sono sempre a disposizione perché rappresentare il proprio paese è la cosa più importante al mondo. C’è il mister che sceglie la lista e se non ci sono è perché magari non gli piace il mio gioco. Poi ci sono tanti ragazzi fantastici nel mio ruolo come Gavi, Fabi, Carlos, te ne posso dire 10-12 del mio ruolo. Io sono tranquillo sono alla Lazio e penso a fare bene qui".
E’ la Lazio più forte da quando sei qui?
“Penso di sì, la rosa più completa da quando sono qui. Altri anni abbiamo fatto bene ma ci mancava qualcosa in più. Dobbiamo restare tranquilli e continuare a lavorare. Se vinci una-due partite cambia tutto: trovi fiducia nei compagni, cambia il modo di affrontare la prossima partita”.
Dopo l’addio di Milinkovic ti senti ancora più leader?
“Per me il leader è Ciro, è il capitano ed è quello che nella Lazio ha fatto di più. Io cerco solo di aiutare la squadra, magari parlo un po’ di più degli altri ma è il mio modo di vedere il calcio”.
Cosa cambia tra giocare con Kamada e Guendouzi?
“Con Mattéo ho giocato poco ancora, ma non cambia tantissimo. Quando ho un compagno o all’altro so che magari devo dargliela sul piede o nello spazio ma non cambia molto".
Ci sono novità sul rinnovo? E dopo la Juve ai parlato con i tifosi, hai promesso qualcosa?
“No, non ho promesso nulla ai tifosi. Ma penso sempre che sia giusto fermarsi a parlare con i tifosi, lo facciamo sempre a fine partita. Dobbiamo essere 12, non 11 e loro sono fantastici, ci sono sempre.
Il contratto? No, sicuramente a dicembre vado via (ride n.d.r). No scherzo, sono tranquillo, mi piacerebbe finire la carriera in Spagna ma dipende tutto da come sto fisicamente".
Sei la luce di questa Lazio. La Champions porta stimoli, dove può arrivare?
“Lavoro per la squadra ed è un bel momento, i compagni mi aiutano e spero che la mia condizione si traduca in tre punti. Posso fare anche 100 gol ma se non vinco arrivo a casa felice. Voglio tre punti ogni partita”.
Quanto ti occorre la migliore versione di Zaccagni e Felipe per esprimerti al meglio?
“Felipe a Napoli ha fatto benissimo, è un po’ mancato con la Juve. Stiamo parlando degli esterni che devono fare sempre uno contro uno. Zaccagni mi è piaciuto, è difficile giocare contro una squadra contro la Juve che non ti lascia spazi. Abbiamo bisogno tanto di loro due, come Pedrito ed Isaksen che sarà fortissimo qui”.
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