La Lazio inizia con una sconfitta a Lecce. I biancocelesti perdono 2-1 subendo ancora una volta la rimonta dei salentini. Al termine della gara, il tecnico biancocelesteMaurizio Sarri è intervenuto in conferenza stampa. Queste le sue parole.
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Lecce-Lazio, Sarri in conferenza: “Preoccupa rivedere i soliti problemi, nessun alibi”
Che analisi fa della partita e del secondo tempo?
“La riflessione sul mercato riguarda tutti. Il secondo tempo di oggi è inspiegabile e inaccettabile. E pensare che abbiamo avuto due o tre volte la palla per chiudere la partita, prima con Felipe Anderson e poi con Immobile. Ma sarebbe stato ingiusto farlo, hanno giocato solo loro. Noi abbiamo smesso di difendere come squadra, lasciando soli i difensori. Ci hanno fatto due gol negli ultimi cinque minuti ma potevano farceli anche prima”.
È stata una questione fisica? Ci sono 59 anni di differenza tra le due squadre.
“Potrebbe essere una questione fisica, ma una questione fisica presuppone che la squadra cali con il passare dei minuti, non al primo del secondo tempo. Noi abbiamo staccato la spina, spero non sia presunzione nel pensare di controllarla facilmente. Non ce lo metterei l’aspetto fisico sulla prestazione”.
In cosa ci sono stati i demeriti della Lazio e in cosa i meriti del Lecce analizzando i tre confronti del 2023?
“Qui non abbiamo mai fatto gare di ottimo livello. Poi penso che trovare il Lecce ora sia negativo per tutti: giocano in modo rapido e brillante, ad agosto è una rottura non indifferente. Poi magari a dicembre è un po’ diversa la cosa. Ma nel primo tempo avevamo retto bene senza grandi sussulti. Nel secondo tempo non siamo neanche stati intelligenti nella gestione, siamo andati in sofferenza e non abbiamo più provato a palleggiare verticalizzando e basta. E non mi è piaciuta la partecipazione difensiva, è una cosa che non riesco ad accettare”.
Sulla base di quanto detto ieri, questo calciomercato può creare alibi?
“Se lo chiedi agli altri diciannove allenatori della serie A rispondono tutti come me. È impossibile gestire 25 giocatori per due mesi a mercato aperto. Io lo dicevo per il calcio in generale, non è una cosa che può creare alibi a noi. È un alibi che non accetto, è da una settimana che dico alla squadra che non voglio alibi: noi dobbiamo fare prestazioni a prescindere da qualsiasi cosa possa accadere. Abbiamo fatto un secondo tempo inaccettabile, senza alibi. Nella curva del Lecce ho visto uno striscione sul calcio attuale, io la penso come loro. Ma non è un problema della Lazio, è di tutto il calcio. Prima era diverso, qualcosa non funziona: noi dobbiamo velocizzarci e il mercato va a un terzo. Poi ci si meraviglia di certe dinamiche”.
C’è stato un momento dopo il ritiro in cui hai pensato di togliere il disturbo?
“Se volevo fare il furbo lo facevo dopo Empoli, essendo arrivato secondo. Non l’ho fatto perché a Roma sto bene e alla Lazio sto particolarmente bene. Mi sento responsabile anche nei confronti dei tifosi, quindi ho deciso di rimanere. E da quel momento non ci sono stati più tentennamenti, tanto sapevo che mercato poteva venire fuori”.
Nel secondo tempo è mancato il palleggio di Kamada? Ti aspettavi più assistenza dagli esterni?
“Nel secondo tempo chi è entrato ha fatto male e chi è rimasto ha fatto male. Sarebbe riduttivo guardare chi è entrato”.
Un giocatore come può distrarsi?
“Non ho parlato di distrazione: la distrazione dura un attimo, a noi 45 minuti. Ho parlato di superficialità”.
L’aspetto che spaventa, al di là del risultato, non è la paura che possa essere tornato quel vizio di superficialità che sembrava essere stato curato?
“È una fonte su cui pensare, di preoccupazione. Perché passi attraverso un lavoro, pensi di aver superato certe problematiche e poi ti ci ritrovi davanti di nuovo. È questo l’aspetto più difficile da digerire e da risolvere”.
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