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Lotito e Inzaghi
Simone Inzaghi rinnova con la Lazio, ah no, va all'Inter. Tutto in meno di 24 ore. Dal lieto finale a quello più assurdo, beffardo e amaro. Non è un libro shakespeariano ma il racconto di una 24 ore folle. Perché non si può definire diversamente. Che sa di tradimento. Sì perché se si fosse consumato durante la cena di mercoledì a Villa San Sebastiano, probabilmente, nessuno avrebbe avuto da ridire. Ma il modo in cui è avvenuto con un tira e molla pazzesco che lascia sconcerti. Piccolo riepilogo: Inzaghi e Lotito si vedono mercoledì sera e sembra esserci intesa totale sul rinnovo, prolungamento triennale fino al 2024. Mancano solo le firme sul contratto, che dovevano arrivare nella mattinata di ieri. A questo incontro però Inzaghi non si presenterà mai, avverte Lotito di aver avuto un ripensamento di aver bisogno ancora di qualche ora. Dietro c'è l'Inter che gli offre 4 milioni più uno di bonus, a differenza dei 2.5 milioni di Lotito. Oltre naturalmente a guidare un club Campione d'Italia e in Champions League. Corte che alla fine convince Inzaghi, rompendo con la Lazio.
Ma di chi sono maggiormente le colpe? Inzaghi o Lotito? Vero, il ripensamento del tecnico piacentino non è per nulla bello e sa di tradimento. Quello che più lascia sconcerti è il modo: tutto ok, d'amore e d'accordo la sera prima. Per poi tirarsi indietro appena viene fuori una proposta più allettante sia economica che tecnica. "You sold out", "ti sei venduto" canterebbero gli americani. Con l'aggravante di aver detto a Lotito nelle motivazioni di non avere più stimoli e che meglio non avrebbe potuto fare. E perché non l'ha detto la sera prima? Se non arrivava l'Inter questi stimoli li aveva e la Lazio era considerata da lui al top? Tutto questo fa riflettere, molto. Sull'uomo prima che sul tecnico, una delusione. Ma le colpe sono anche della società perché, come al solito, si aspetta l'ultimo per fare una cosa che poteva essere fatta mesi prima. Inzaghi è il tecnico giusto e ne vuoi fare un Ferguson italiano? Benissimo, rinnovagli il contratto la scorsa estate, a dicembre dopo il passaggio del turno in Champions o in Primavera. Siamo arrivati a maledire i giorni in cui Inzaghi ha preso il Covid perché proprio in quelli sembrava cosa fatta il rinnovo. Senza Covid avrebbe davvero rinnovato? Dubbi, tanti dubbi. Per un epilogo non bello, che alla Lazio non fa bene, e in cui tutti hanno le loro colpe. E a rimetterci sono sempre i tifosi. E chissà ora da che parte stanno i calciatori, con il rischio di una rivoluzione concreta.
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