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Dino Zoff
Il calcio vive di generazioni sia in campo che sugli spalti. L'Italia, salvo l'ultimo periodo storico, è sempre stata grande fucina di portieri e difensori. Per la generazione di oggi c'è, ovviamente, Gigio Donnarumma; un salto indietro porta ad un altro Gianluigi, il più grande di sempre, Buffon. Per la generazione dei più grandi invece, di chi ha vissuto l'impresa della "banda di Enzo Bearzot", il punto di riferimento è stato il capitano di quella nazionale: Dino Zoff. Giocatore capace di alzare al cielo la terza Coppa del Mondo azzurra all'età di 40 anni. Una leggenda vivente tra i pali, considerato prima dell'avvento di Zenga e Buffon, il più forte di sempre. Dopo altri 40 anni da quel 1982 magico per la nazionale italiana, Zoff dopo un'esperienza da allenatore, anche sulla panchina della Lazio, rimane presente nel mondo del calcio. Intervenuto ai microfoni di RadioSeiha commentato la trattativa Carnesecchi e le eventuali alternative.
Se Dino Zoff si esprime sui portieri c'è ben poco da fare tranne che sedersi e prendere appunti. L'ex portiere italiano non ha dubbi sul futuro roseo di Carnesecchi e lancia un appello sull'utilizzo dei più giovani:
" Riguardo Carnesecchi ritengo che aver giocato in serie B non cambia molto per un portiere rispetto ad aver giocato in A. I tiri in porta sono sempre tiri in porta e non credo che ci sarebbe grosso impatto. Per quando riguarda l’infortunio alla spalla bisogna far parlare gli ortopedici. Vicario è un bravo portiere così come Cragno, ma non voglio dare più peso all’uno o all’altro. Sarebbe antipatico. La regola è una sola: i giovani se sono bravi devono giocare. Non possono fare pratica in Nazionale, ma la devono fare nei club. E alla fine, se sei forte emergi. La Lazio sono cinque o sei anni che viaggia su posizioni di classifica simili a quelle di quest’anno, quindi per me non ha fatto una stagione sorprendente. Ora si tratta di fare gli interventi giusti sul mercato ".
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