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Lazio, Zaccagni: “Da qui non mi muovo. Baroni? Mai sbagliato una partita”

Zaccagni
Le dichiarazioni del capitano biancoceleste, che si è raccontato ai microfoni della Lega Serie A per il format Champions of Made in Italy
Edoardo Pettinelli Redattore 

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C’è Mattia Zaccagni come nuovo protagonista del format Champions of Made in Italy, prodotto dalla Lega Serie A. Il capitano della Lazio si è raccontato dagli esordi al presente, con un messaggio chiaro per il futuro. Queste le sue parole: “Con il calcio ho girato molto, a Verona ho vissuto otto anni magnifici e intensi, poi c'è stato il cambiamento con Roma che è la Capitale. Adesso il mio cuore è qui, dove ho costruito qualcosa di importante. E dove ho costruito una bellissima famiglia. Roma è Roma, tutti sanno cos’è. Sono di Bellaria, un comune in provincia di Rimini a cui sono molto legato. Lì ho il mio stabilimento balneare, la mia famiglia, i miei ricordi da bambino. Se non fossi diventato calciatore avrei proseguito il lavoro dei miei genitori, ovvero gestire l'albergo di famiglia. Lo sbalzo è notevole tra Bellaria e Roma, ma in mezzo c'è stata Verona che è una piccola Roma.

Qua ci troviamo a Fontana di Trevi, uno dei posti più belli di Roma, anche se sono veramente tanti. Basta girare qualche via del centro e ti trovi in delle piazze uniche come questa. Da qui, con un passaggio segreto come con Narnia, si arriva all’Antica Cisterna dell'Acquedotto Vergine che alimenta tutt'ora Fontana di Trevi. Ed è davvero emozionante stare qua. Stiamo parlando di una città che non si può mettere vicina a nessun'altra, perché respiri la storia: basta vedere dove ci troviamo oggi. Come ogni bambino ho spesso guardato il cielo e le stelle, ho sognato di volare il più in alto possibile. Così ho iniziato a inseguire un pallone.

Un calciatore, la Citta Eterna, lo spazio: tre cose che a Roma possono essere gli ingredienti di una città globale. Roma non è solo calcio e storica antica, tutti conoscono la ricchezza culturale, ma non tutti sanno che è anche un importante polo per l'industria aerospaziale italiana. Qui c'è l'Agenzia Spaziale Italiana che si occupa di coordinare numerosi progetti di ricerca e di sviluppo del settore aerospaziale. Questa eccellenza tecnologica è motivo d'orgoglio per tutti noi e dimostra come Roma sia una società proiettata verso il futuro. Non ho mai viaggiato nello spazio, ma se per molti bambini oggi sono una stella del calcio lo devo ai miei genitori, alle mie gambe e alla Serie A. Sono passato da essere un ragazzino a diventare un uomo, sia in campo che fuori. Ho giocato in Serie B, ho vinto il campionato e mi sono fatto le ossa in tutti i sensi.

Il gol all'Europeo non lo scorderò mai, è stata una gioia immensa, un qualcosa di unico. Mi sono passate tante immagini in testa, è indescrivibile: non saremmo passati se non avessi segnati. È stato un momento per me irripetibile, magico e speciale. Non saprei come definirlo. Sapere che hai dato gioia all'Italia intera è qualcosa che ti porti dentro e lo farai per sempre. C'è un video bellissimo di mia moglie che, la mattina dopo che ho fatto gol, fa vedere a mio figlio il video del gol. Lui è contento nel vedermi esultare e mi indica. È un video che mi porterò dentro e che legherò questo ricordo. Quando segni in partite importanti la differenza la fa quello che ti circonda. Quindi uno stadio più caloroso, a fine partita festeggi di più di una partita normale. Sono emozioni che quando le provi danno una botta di adrenalina che non riesco a spiegare. 

Qui il calcio è molto sentito, come nel resto d'Italia, ma con un qualcosa in più. Sembra come se quello che fa un calciatore in una partita cambi l'umore di una città. È impressionante. Basti pensare che in città un mese prima mi iniziano a fermare per il derby. Quando arrivi al centro sportivo ti accorgi se ci sarà un derby a breve. C'è una tensione diversa, si respira un'aria diversa, abbastanza pesante. La partita è molto sentita e di conseguenza la sentiamo anche noi. Mi piace stare in mezzo alla gente, perché alla fine siamo ragazzi come altri. Anzi, vorrei fare molte più cose ma a volte è difficile farle, però è sempre un piacere stare tra la gente.

Il calcio per me, se lo devo definire con una sola parola, è passione. Perché racchiude tante cose. Ho iniziato a giocare a calcio a tre-quattro anni e non ho mai smesso. E dopo tanti sacrifici sono arrivato dove voglio essere. Giocare per la massima serie del tuo Paese è un sogno di tanti bambini, ed era anche il mio. Ora che sono qui sento di avere un grande privilegio. Qui hanno giocato tanti campioni. Con la fascia al braccio prendo per esempio l'eredità di Ciro, mio grande amico e pezzo grosso di questo campionato.

La prima volta che ho vestito l'Azzurro in allenamento ho sentito una sensazione di leggerezza. Si sente la storia, ma ti trasmette un senso di leggerezza che ti fa sentire forte, anche se porta tante responsabilità. Vincere all'Olimpico è bello, è coinvolgente, la Curva Nord e i tifosi trasmettono passione e voglia di indossare questa maglia. Mi sono affezionato alla Lazio, come alla città. L'arrivo di Baroni è stato un impatto piacevole: non ha mai sbagliato a preparare una partita, ci ha subito dato grande carica e serenità. Giocare per la Lazio è diverso, è speciale, ti porta a essere tifoso di questa storia e di questa maglia. E io da qui non intendo muovermi. Sono Mattia Zaccagni e vivo a Roma, chiamatemi Zac”.

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