Una stagione che difficilmente dimenticherà: Mattia Zaccagni dallo scorso 3 settembre - quando ha sbloccato il match interno col Napoli trovando il primo gol stagionale - è diventato sempre più il valore aggiunto della Lazio. Gol, giocate e prestazioni di livello altissimo che stanno spingendo i biancocelesti verso un obiettivo e un traguardo unico. Dal gol ai partenopei l'arciere biancoceleste ne ha segnati altri 9 - raggiungendo per la prima volta in carriera la doppia cifra - fornendo anche 6 assist in campionato (oltre a 2 in Europa League e 1 in Conference). Gol pesanti a tutte le big, Inter esclusa; ma di certo indimenticabile rimarrà per sempre quello da 3 punti nel derby di ritorno dello scorso 19 marzo. In un'intervista ai microfoni ufficiali del club, Zaccagni ha rivissuto e raccontato le emozioni del gol alla Roma e non solo:
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Lazio, Zaccagni: “Gol al derby? Che emozione! Sacrificherei tanto per vincere qui”
"L'anno scorso ho passato una stagione con il mister, comunque avevo già appreso tanto. Quest'anno ero certo di fare un percorso importante. Sono contento, sta succedendo, però manca ancora un po'"
Raccontaci del derby
"Un'emozione incredibile, avvenuto tutto a pennello. Una vittoria importante per il derby, il nostro percorso e la classifica: una serata perfetta. Il gol e la caviglia piegata? Mi sono trovato davanti al portiere, non ci ho pensato tanto, è stato un movimento innaturale, ma naturale mi è venuto spontaneo: è andata bene. L'altra cosa perfetta è stata segnare sotto la Curva, con i compagni e la panchina intera a festeggiare là. Veramente tanto emozionante".
Chi ha caricato di più prima del derby?
"Tanti sono qui da tempo, tanti sono romani, non c'è bisogno di caricarla più del dovuto, però è una gara sentita da tutti. In campo si sente la pressione e la piazza calda".
Parte il quiz derby: minuto del tuo gol?
"64 (giusta)".
Chi è l'altro laziale in aerea quando calci?
"Milinkovic o Pedro (sbagliato, in area c'era Felipe Anderson)".
Chi ti ha abbracciato per primo?
"Pellegrini (giusta). Si stava riscaldando, credo che lui abbia visto il gol meglio di tutti, era in linea e in corsa per esultare. Questo lo ricordo bene".
A chi lasci il posto?
"Cancellieri, facile".
I risultati degli ultimi due derby vinti dalla Lazio nella stessa stagione?
"2-1 e 3-2 (sbagliato, il secondo era 1-2)".
Scegli tre giocatori della storia della Lazio?
"Radu, Chinaglia e Ciro"
La pazzia più grande fatta da un tifoso per te?
"Forse ci vuole ancora un po' di tempo per le pazzie, spero arrivi presto. All'entrata spesso ci sono tanti bambini, ragazzi, persone che ci chiedono foto e autografi, fa sempre piacere".
Cosa sei disposto a fare per vincere un trofeo qui?
"Sarei disposto a qualsiasi cosa, un trofeo è sempre qualcosa di importante, che ti porti dietro per tutta la vita. Sacrificherei tante cose".
Del Piero era il tuo idolo, ci hai mai parlato?
"Purtroppo non ho mai avuto la possibilità di incontrarlo o parlarci. Spero di farlo presto".
Quali sono le domande più scontate che ricevete voi calciatori prima o dopo la partita?
"Dopo le partite, magari quando perdi ci fanno sempre le stesse domande. Più o meno succede anche quando si vince. Però quando si vince ti chiedono se la squadra è pronta per la Champions, tu devi dire che si pensa partita dopo partita. Per tante domande la risposta è sempre la stessa, anche perché non si può andare fuori dalle righe".
L'accusa a voi calciatori che ti dà più fastidio?
"Ci sono giocatori e giocatori, mi dà fastidio quando si pensa che ci diamo tutti troppe arie. Quello è un po' fastidioso. Spesso la gente si dimentica che siamo persone, prima di essere giocatori. Abbiamo le nostre abitudini, nel calcio come in ogni lavoro ci sono caratteri e caratteri. Dipende di persona in persona".
Tuo figlio in cosa ti rende più forte?
"Da quando è nato mi sento più responsabile in generale. Mi ha cambiato la vita, una gioia immensa".
Ti arrabbierai se tuo figlio si vestirà come quale compagno di squadra?
"Se si veste come Gila lo mando via di casa".
Un aneddoto su Immobile avversario?
"Ricordo una volta in un Lazio-Verona che era stata la prima volta che ero stato convocato in Nazionale, lui non era venuto per infortunio. Quando ci siamo incrociati mi ha chiesto come fosse andata, se fossi soddisfatto".
C'è un audio di un compagno che eviti di ascoltare in pubblico?
"Audio e foto, sono tante cose che cerco di non vedere in pubblico. Un gruppo fantastico, sano, ci sono tanti ragazzi molto simpatici. Non ci si annoia mai".
Ancora Pedro il compagno più forte mai avuto?
"Sì, sotto tanti punti di vista. Aspetto tecnico, tattico, mentale. Ha vinto tutto, abbiamo solo da imparare da lui".
In cosa il DNA della Lazio ti è entrato dentro?
"La passione che trasmette la gente, senti qualcosa di cui fai parte. Ti portano dentro l'ambiente, ti fanno sentire l'importanza della maglia. Mi piace questo ambiente familiare, che ti coccola, è la cosa più bella che ci possa essere nel calcio".
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