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Vecino
Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, non è banale l'apporto di Matías Vecino alla Laziodi Baroni: diventa tutto più facile per un allenatore avere un calciatore del genere in rosa, in grado di fornire grande duttilità e esperienza, sia in campo nazionale che europeo. E sempre con il massimo della disponibilità al sacrificio e della mentalità necessaria. E' l'uomo perfetto per Baroni: ha bisogno di capacità di adattamento, capacità di stare in campo e di saper interpretare i momenti della partita. Tutte qualità che fanno parte del pedigree di Vecino, classe '91 in grado di correre sempre più del necessario, quasi da far dimenticare l'osservatore di alcuni dati anagrafici non indifferenti, un po' come sta facendo anche l'altro eterno biancoceleste Pedro.
Non è un semplice comprimario, la Lazio ormai sembra tarata su un'impostazione che si forma sull'assetto titolare più i cinque cambi designati in basa alle necessità per affrontare ogni partita e l'apporto di ogni singolo è fondamentale, lui compreso. Di fatto, oggi, oltre ad essere un jolly, è anche l'ago della bilancia per la scelta del modulo di Baroni, diviso tra 4-3-3 e 4-2-3-1. Anche Dele-Bashiru sta cercando di seguire le sue orme, ma deve passare tempo per far sì che il nigeriano classe 2001 possa avvicinarsi all'uruguaiano, difatti sono dieci gli anni a separarli anagraficamente. Mediano, mezzala o trequartista: è un Vecino a tutto tondo, completo ed inesauribile, che fa troppo comodo alla Lazio tutta e a mister Baroni. Per quanto riguarda il rinnovo, ogni discorso è ancora sospeso ma certe prestazioni non passeranno certamente inosservate a fine anno.
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