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Igor Tudor, Formello
Un segno forse del destino: di quelli che a volte solo il calcio sa mostrare. Igor Tudor si appresta a esordire sulla panchina della Lazio. Una situazione già unica di per se, farlo contro il proprio passato forse ancor di più. Affrontarlo poi per ben 3 volte in 23 giorni può essere allo stesso tempo un pericoloso intrigo così come un possibile meraviglioso affaccio sul futuro. Sabato la sfida di campionato, seguita dal doppio confronto di Coppa (2 e 23 aprile). Quella Coppa Italia che a oggi sembra una delle ultime strade percorribili per centrare un posto in quell'Europa in cui, su tutti, crede ancora il patron Lotito.
Presidente che ha chiamato in fretta e furia Tudor una volta presa coscienza delle dimissioni di Sarri, sperando in un impatto immediato. E l'incrocio contro la ex Juventus sarà un esame sì duro ma forse anche d'aiuto. Il croato ha voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa: era il vice di Pirlo quando la Juve esonerò lui e il suo staff per aprire le porte della Continassa al ritorno di Massimiliano Allegri. Gli anni trascorsi a Torino (dal 1998 al 2007) appartengono alla storia e al passato. Adesso per Tudor c'è un futuro tutto biancoceleste da scrivere.
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