Un alchimista deve sperimentare, provare, assemblare elementi. Ma anche sbagliare, creare esplosioni impreviste. E di nuovo ritentare, cambiare dosaggi, aggiungere ingredienti che prima sembravano inutili. Insomma, ce ne vuole di tempo prima di trovare la formula giusta per una pozione. L’alchimista è Maurizio Sarri, la pozione è il suo centrocampo, la formula forse è stata trovata. E per restare alle sigle chimiche potremmo chiamarla la G-R-LA. Guendouzi-Rovella-Luis Alberto.
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Lazio, trovata la formula magica per il centrocampo (ma c’è spazio per tutti)
Equilibrio, qualità, quantità
—Non è mai facile e stavolta lo era ancora di meno. Ne parliamo per l’ultima volta giusto per rendere l’idea: c’era Sergej Milinkovic-Savic da rimpiazzare. È normale che, togliendo un elemento chimico di tale peso specifico, la pozione fosse impazzita. E poi tanti elementi nuovi, tutti interessanti presi singolarmente, ma da studiare in relazione e reazione agli altri. Dopo qualche esperimento Sarri ha trovato il suo trio che è in grado di garantire qualità e quantità. Palleggio e tatticismo da Rovella, interdizioni ed inserimenti da Guendouzi, Giocate e geometrie da Luis Alberto. L’esperimento con il Milan, il test contro l’Atalanta ed il campione di controllo che è stato Sassuolo. Ora il centrocampo della Lazio sembra avere un’anima ed una identità, completo di ogni cosa, parte che fa da cerniera al tutto ed impacchetta il sarrismo vestendolo a festa.
Ma c’è spazio per tutti
—I titolari sono loro, ormai è chiaro. Ma le tante partite in programma chiameranno l’alchimista Sarri a nuove formule e nuove sperimentazioni. Una cosa è chiara: c’è spazio per tutti. Per Vecino, già autore di gol pesanti e controfigura di Guendouzi poiché in grado di assicurare interdizione; per Cataldi che niente niente faceva un gollone a Sassuolo confermando la sua utilità; per Kamada che pure piace da pazzi a Maurizio Sarri ma che deve essere inserito con attenzione per non sballare il calcolo chimico. Un centrocampo con il nipponico e Luis Alberto è difficile da sostenere. Proprio come era difficile – riavvolgiamo il nastro – sostenere un centrocampo con lo spagnolo e Sergej. Ma poi Sarri c’è riuscito. Perché non è solo un alchimista, ma un grande alchimista. E chissà, magari ci riuscirà anche stavolta.
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