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Lazio-Torino, Sarri in conferenza: “Contento di Ciro, sabato sarà un’occasione”

Sarri
Le parole del mister biancoceleste, intervenuto in conferenza dopo il triplice fischio del match direttamente dalla sala stampa dell'Olimpico
Michele Cerrotta

Soffre, poi risorge. La Lazio approccia alla gara dimostrando ancora le recenti difficoltà negli ultimi trenta metri di campo, poi nel secondo tempo torna a diventare letale. Prima Vecino, poi Zaccagni regalano ai biancocelesti una vittoria pesantissima. Al termine della gara, il tecnico Maurizio Sarri è intervenuto in conferenza stampa. Queste le sue parole.

È una gara sporca da vincere, in cui si rischia spesso di restare impantanati. Potrebbe essere stasera la vera sterzata della Lazio?

Abbiamo fatto una buona gara contro una squadra con cui è difficile giocare. Secondo me l’abbiamo vinta con merito e con un buon livello di ordine e applicazione. Senza concedere nulla agli avversari abbiamo trovato fiducia offensiva, poi il vantaggio ha allentato tutte le paure e i timori giocando con qualità nel finale. Il calcio è materia strana: abbiamo fatto sette punti nelle ultime quattro con le trasferte a Torino e Napoli. Ci considerano una squadra in difficoltà, ma abbiamo sbagliato solo le prime due gare e lo pagheremo per mesi”.

Le fa più piacere aver ritrovato la difesa che non ha concesso occasioni senza subire gol o la volontà offensiva di far male con fantasia?

Io penso che per costruire le prestazioni sia necessario avere una fase difensiva affidabile. Quella offensiva dipende da mille fattori su cui si può lavorare, ma sul livello qualitativo dei giocatori incidi poco. La palla nel primo tempo, con una partita sporca, girava in modo macchinoso. Nel secondo è andata meglio”.

Come si gestisce Immobile? Cosa ha?

Se fa come ha fatto nelle ultime due gare a me sta bene, non sarei molto preoccupato. Si sta parlando di un ragazzo che in cinque partite e mezzo ha fatto due gol e preso tre pali, potrebbe essere in linea con le sue medie. Ma nelle ultime due gare l’ho rivisto vivo, anche se oggi non ha segnato è stato un giocatore più presente. Poi ha 33 anni, può essere che 35-40 gol non li faccia più ma ne farà tanti lo stesso”.

Aveva chiesto solidità difensiva, ordine in campo e prestazione e li ha ottenuti. Ha fatto scelte importanti di formazione: che messaggio è rivedere in campo queste richieste?

Mi sono reso conto negli ultimi giorni che da parte dei ragazzi c’era disponibilità unica, nel voler capire perché certe cose non funzionavano più. A forza di analisi video abbiamo capito tutti insieme che stavamo facendo degli errori. A forza di guardare alcune immagini rimangono negli occhi: siamo corti ma lontano dalla palla, ogni movimento di chiusura era in ritardo e individuale, contro squadre che sanno palleggiare sei messo in mezzo. La prestazione a livello di applicazione fa capire che si sta provando a fare ciò che dobbiamo. Poi può essere che una gara venga male, ma dopo le prime due gare abbiamo iniziato a far meglio, stiamo pagando l’avvio ed è giusto farlo”.

Gli esterni sembrano distanti da Ciro in campo.

Con squadre come il Torino è difficile: ne tengono undici dietro, con l’uomo contro uomo. A tratti l’abbiamo fatto apposta per creare uno contro uno per vie centrali, in certe gare va bene così. Poi quando la squadra va in vantaggio si scioglie e davanti hanno iniziato a divertirsi, non è una cosa secondaria. Forse negli ultimi tempi neanche si divertivano, abbiamo fatto gol su una azione atipica del Bayern Monaco di qualche anno fa”.

Come giudica la gara di Felipe e Zaccagni? Quanto è importante farli calciare di più? Pensa di poter avvolgere anche con i terzini vista la mancanza di Milinkovic?

Riguardo i terzini, la penso al contrario di tutti: sono difensori e devono saper difendere. Negli ultimi dieci anni va di moda l’esatto opposto. Poi tra chi sa difendere i più forti sono quelli che sanno palleggiare con qualità o hanno fase propulsiva di grande livello. E nel mondo non ci sono: o sono grandi difensori o grandi esterni offensivi e non difendono. Felipe e Zaccagni? Sono sereno, stanno dando un apporto su buoni livelli. Hanno avuto un periodo in cui hanno avuto meno attacchi degli spazi del solito. Ma se si va a vedere i gol di Felipe Anderson ne lascia sempre a vedere tre-quattro, raramente fa movimenti senza palla. Ed è il motivo per cui segna meno, altrimenti sarebbe un giocatore da troppi gol per essere qui”.

A che punto è l’inserimento dei nuovi? Come ha visto Rovella?

L’inserimento per qualcuno sarà lungo, se pensiamo che prendere un giocatore da un’altra nazione possa far sì che sia pronto dopo venti giorni è follia. Può esserlo forse in altre squadre, anche se ho dubbi. Devono abituarsi alla lingua, all’alimentazione, agli allenamenti. Isaksen sente una lingua per lui sconosciuta con 20 gradi in più in allenamento. Rovella? Si è fatto male a metà luglio senza mai allenarsi fin quando non è arrivato qui. Kamada è quello più avanti, anche se dobbiamo valutare se possiamo permetterci un centrocampo Kamada-Rovella-Luis Alberto a livello fisico anche. Isaksen ora è attento a vedere dove pesta con i piedi, Castellanos è abituato a giocare con una coppia di punte. È un percorso da fare. Guendouzi è giovane ma ha un po’ più esperienza internazionale, non è neanche un mese che è qui e mi sembra stia facendo anche troppo”.

Sabato c’è un esterno di difesa abbastanza impegnativo. Ma che importanza riveste la gara visto il momento della Lazio anche dal punto di vista di crescita?

È una di quelle gare in cui c’è il pane e la sassata, anche se più spesso la sassata. Sono squadre difficili contro squadre forti, negli ultimi tempi l’abbiamo sofferta tantissimo perdendo in modo netto. Ma nonostante questo abbiamo fatto un campionato importantissimo. Sono gare in cui ci sta di perdere, speriamo di noi, ma c’è anche la possibilità di tornare quasi in pari con le prime due gare vincendola. I ragazzi devono capire questo”.

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