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Casale
Aleggia ancora la paura della chiusura della Curva Nord (sarebbe la seconda stagionale dopo i fatti di Lecce-Lazio) in vista della gara contro la Juventus. Al centro delle critiche i reiterati cori antisemiti di una parte della tifoseria biancoceleste che ha suscitato prima l'indignazione della Comunità Ebraica di Roma con la presidentessa Ruth Dureghello che ha condannato l'accaduto. Non si è limitato a quell'episodio la presidentessa che si è poi scagliata contro il "tifoso" (se così può essere definito) immortalo con la maglia con su impresso il nome "Hitlerson" e il numero 88. La Lazio dal canto suo non è rimasta a guardare anzi, anche questa volta la condanna è stata dura:
"Ci dissociamo da qualsiasi comportamento di questo tipo, illegale e anacronistico, essendo innanzitutto parte lesa. Siamo stati i primi a farlo in Italia e, anche in questo caso, abbiamo messo in campo la nostra organizzazione per la sicurezza. Presieduta dal prefetto Nicolò D'Angelo, già vicecapo della Polizia, per applicare severamente il codice etico. Individuare i responsabili, inibirne l'accesso allo stadio e costituendoci parte civile per il risarcimento dei danni provocati. Nelle prossime ore comunicheremo gli esiti, già positivi, della nostra attività"
Il tifoso che sfoggiava in Tribuna la maglia è stato identificato: è straniero, tedesco, tifoso del Lipsia. La sanzione calcistica è il daspo a vita, se ci saranno ripercussioni legali extra calcio a oggi non è dato saperlo ma è di certo l'augurio più grande. Non puà tirare un sospiro di sollievo però la Lazio perché intanto prosegue anche l'indagine della Procura Federale "per fatti similari", come scritto dal giudice Mastrandrea. Chiné infatti ha acquisito dalla Questura di Napoli ulteriore materiale per capire l'esistenza di ululati a Osimhen al Maradona. In ogni caso si tratterà di due sanzioni separate, una per quanto accaduto il 3 marzo e una per l'ultima stracittadina. La Lazio spera di dover pagare solo multe salate, alla luce di una costante cooperazione. Resta però l'incubo della seconda chiusura della Curva, anche e soprattutto dopo l'ennesima bufera mediatica.
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