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Tare
Tanti anni insieme, prima da giocatore e poi da dirigente. La storia tra la Lazio e Igli Tare si è conclusa ormai da qualche mese, ma l'ex Direttore sportivo biancoceleste continua ancora a seguire da vicino le vicende di Immobile e compagni. A Radio Tv Serie A con Rds, Tare è tornato a parlare di Lazio. Di seguito, le sue parole.
"Cerco di passare le giornate conoscendo il meglio possibile gli altri campionati, guardando da vicino stadi, club e società. L'addio alla Lazio? Non c'è rabbia. Si trattava di un mio desiderio. La Lazio rimarrà sempre qualcosa di speciale che porterò dentro di me, l'esperienza più bella della mia vita. Con il passare del tempo ho capito che il mio ciclo era semplicemente arrivato alla fine, era quindi il giusto momento per andare via. Ho voluto lasciare al top, sia per rispetto alla società che per i tifosi. Sarò sempre un tifoso della Lazio. L'Italia per me è una seconda casa, sono fiero di esserne cittadino.
Sono arrivato in Italia a 27 anni, la settimana prima del mio trasferimento guardavo con mia moglie il derby di Milano. Sognavo di giocare in questo paese. Mazzone? L'ho conosciuto in una stanza d'albergo. Mi disse: "Tu giochi a basket, non a calcio", quando gli dissi che ero un calciatore rispose con un: "Annamo bene!". Al mio primo stop sbagliato lo vedo girarsi verso la tribuna urlando:"Ao, ma ndo cavolo l'abbiamo trovato questo?". Questi sono tra i momenti più iconici che ricordo di lui, insieme alla corsa sotto il Settore Ospiti dell'Atalanta quando pareggiamo per 3-3".
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