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Lazio, Stramaccioni: “Romagnoli? Una rarità. Ha sempre difeso la sua lazialità”

Romagnoli
Ai microfoni de Il Messaggero, Andrea Stramaccioni, ha raccontato i giovani Romagnoli e Pellegrini ai tempi delle giovanili in vista del derby
Stefania Palminteri Redattore 

Ai microfoni de Il Messaggero, Andrea Stramaccioni, ha raccontato dei giovani Alessio Romagnoli e Lorenzo Pellegrini ai tempi delle giovanili, in vista del derby tra Lazio e Roma in programma domenica sera.

In che periodo alla Roma ha avuto Pellegrini e Romagnoli?

"Stagione 2010-11. Erano aggregati sotto età con gli Allievi Nazionali. Romagnoli è un classe 1995 e Pellegrini '96; entrambi, ma in misura diversa, si allenavano con i '94 che allenavo io".

Il loro talento si capiva fin da ragazzi?

"Alessio ha bruciato le tappe. A qualcuno sembrava leggero fisicamente, ma lo era solo 'sulla bilancia'. In campo mi faceva impazzire: qualità nell'impostazione, testa alta, leggeva il gioco con anticipo e in più era mancino, il che spesso rappresenta una rarità. Insomma, un difensore centrale moderno. Lorenzo, a sua volta, appariva di intelligenza calcistica superiore, vedeva il gioco, ne capiva prima l'evoluzione e aveva un gran bel piede per finalizzare".

Che carattere mostravano in gioventù?

"Alessio era un ragazzo d'oro. Veniva da lontano ma aveva deciso di non stare al pensionato, perciò ha fatto enormi sacrifici, su e giù fra autostrade e Pontina ogni giorno. Lorenzo era amatissimo da tutti i compagni. Lo sentivi poco, ma poi in campo si faceva notare, eccome, con i suoi numeri e le sue giocate".

Si ricorda degli aneddoti su di loro?

"C'è n'è uno che porto nel cuore. Io mi sono sposato il 1 luglio 2011, esattamente il primo giorno in cui dopo 6 anni di Roma sono diventato un tesserato dell'Inter. A quei tempi la nuova proprietà del club giallorosso - erano appena usciti i Sensi - non prese bene il fatto che passassi all'Inter. Beh, nonostante questo clima, i miei ragazzi fecero qualcosa di straordinario: tutti in tuta della Roma si presentarono a mia insaputa al mio matrimonio, al Castello di Bracciano, per esserci in un momento importante per la mia vita e soprattutto per salutarmi. Alessio era davanti a tutti e in chiesa, durante la cerimonia, lesse una preghiera per me e mia moglie a nome della squadra. Fu una grande sorpresa e non mi vergogno a dire che in quel momento mi emozionai tanto e non trattenni qualche lacrima".

Il fatto di essere un laziale in giallorosso pesava a Romagnoli?

"Nei settori giovanili può capitare che un laziale giochi nella Roma o viceversa. Molti nascondono la loro fede per paura, ma invece da ragazzini non c'è niente di male. Certo, qualche sfottò ci sta, però poi quando si va in campo si lotta tutti per la stessa maglia. Ecco, Alessio è stato un grande. Ha sempre difeso a spada tratta la sua lazialità, ma poi in campo dava tutto. Infatti, sono contento che abbia coronato il sogno di giocare per la squadra che amava da bambino. È una bella storia".

Quanto pesa giocare una gara così da tifosi?

"Vale doppio, nel bene e nel male. Tutto si amplifica perché la gente ti identifica ancora di più come responsabile di ciò che accade. In certi momenti ne paghi il prezzo".

Il fatto di essere leader quanto pesa a entrambi?

"Sono due leader nati, che sanno farsi rispettare, ma soprattutto voler bene da tutti i compagni. Sono positivi anche nei momenti molto negativi".

Come arrivano al prossimo derby?

"Con stati d'animo diversi. La Lazio sta facendo un grande campionato, gioca bene e ha armonia. La Roma invece ha avuto mesi travagliati e tante delusioni. Pellegrini ha perso la titolarità e non arriva di sicuro al derby in 'pole position', ma anche se subentrasse darà tutto".

Come starebbe Lorenzo al Napoli?

"È forte e starebbe bene ovunque. Anche se il posto migliore dove lo vedo è sempre la Roma. Alcune critiche sono state esagerate e frutto della rabbia per il momento di tutta la squadra".

Pensa che al Milan rimpiangano di aver perso Romagnoli da svincolato?

"Può succedere, ma perdere un giocatore importante a zero è una situazione che tutti i club cercano di evitare".

Baroni e Ranieri alla guida, sono in grado di tirare fuori il loro meglio?

"Certo. Ranieri ha inizialmente coccolato Lorenzo con le parole - vedi il paragone con Lampard - ma poi spesso lo ha lasciato in panchina. Questo è il comportamento di un allenatore esperto che vuole recuperare un ragazzo che vive un momento difficile. Baroni, invece, ha utilizzato Alessio 14 volte da titolare sulle 16 in cui è stato disponibile. E un segnale di grande considerazione nei suoi confronti".

Come vede questo derby in arrivo?

"Calcisticamente parlando, la Lazio sta globalmente meglio, ma la Roma, fra Parma in casa e Milano, mi è piaciuta e ha ritrovato la sua stella, perché Dybala è stato stratosferico. E in ogni caso chiunque sia nato dentro il Grande Raccordo Anulare sa bene che questa partita non vive di momenti di forma, previsioni e tantomeno pronostici. Va solo vissuta, sapendo benissimo che non sarà mai come le altre".