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Lazio, la storia di Rovella raccontata da chi lo ha visto crescere
Tra gli uomini sempre più simbolo della Lazio targata Marco Baroni di questa stagione vi è indiscutibilmente Nicolò Rovella. Il centrocampista classe 2001, infatti, fin dalle prime giornate di campionato è stato in grado di offrire prestazioni di alto livello che gli hanno permesso di divenire leader incontrastato e punto di riferimento imprescindibile per il centrocampo della Lazio di Baroni. Una storia, quella di Rovella, che parte da lontano e che è fatta di tanta gavetta e sacrifici, elementi che gli hanno consentito di arrivare in Serie A e di vestire la maglia biancoceleste.
Il Corriere dello Sport, da questo punto di vista, ha voluto ripercorrere la storia del ragazzo di Segrate intervistando direttamente anche tutte quelle persone che lo hanno accompagno e che sono state fondamentali nel suo percorso di crescita. Il primo tra queste è sicuramente Giancarlo Corbetta, responsabile del settore giovanile dell'Alcione quando Rovella fece il suo arrivo: "Che potesse avere un percorso così importante non era certo, ma lo reputavo di prospettiva, come dissi subito a Paolo, il padre".
Nel corso dell'intervista, Corbetta sottolinea la personalità mostrata fin da subito dal giovane Rovella nella sua avventura con l'Alcione: "Dopo una settimana era già un leader del gruppo. Ragazzo d’oro, ben voluto. In campo aggiunge personalità e porta un dinamismo pazzesco. Lo vedi davanti alla difesa e lo ritrovi un attimo dopo in attacco. Non è una dote comune. Lo allenava Alessandro Tonani, faceva il play nel 4-3-3. Rimase un solo anno, ma tutti gli misero subito gli occhi addosso". Successivamente Rovella all'età di 14 anni venne proposto alle giovanili del Genoa, ma prima di chiudere l'accordo decisero di aspettare il suo compleanno a dicembre: "Eravamo d’accordo con i genitori e con il club. Aspettammo il compleanno per farlo firmare e alla fine della stagione lo cedemmo per 50/60mila euro nonostante si fossero svegliati in tanti".
Il 21 dicembre 2019, poi, Thiago Motta lo fa esordire a San Siro contro l'Inter, gara che il Genoa perse 4-0: "Mi vennero le lacrime agli occhi. Ero allo stadio con il papà Paolo e la mamma Debora. Aspettammo Nicolò e dopo la partita rientrammo tutti a casa a piedi". Rovella però non si dimentica del suo passato. Quando può, infatti, torna a salutare gli amici dell'Alcione e sostiene la squadra che gli ha permesso di diventare un professionista. "Nicolò è un esempio per tanti ragazzi. - afferma Matteo Mavilla, direttore sportivo dell'Alcione- Al talento ha sempre abbinato l’umiltà, ai suoi livelli si arriva solo con passione e lavoro. È un orgoglio per il nostro club vederlo indossare la maglia della Nazionale".
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