Lazio, per se stessa e per i tifosi. Con questo pubblico non esiste paura

Il fischio d'inizio di Orsato si avvicina. Emozioni forti circolano, comprensibilmente, nella testa dei giocatori della Lazio. una squadra che credeva di aver trovato la sua dimensione in Italia e in Europa. Come una secchiata d'acqua fredda il Midtjylland non solo ha riportato i piedi dei biancocelesti ben saldi al terreno ma ha rischiato di sgretolare una coesione apparentemente inscalfibile. La Lazio è chiamata alla reazione, a Cremona, contro la squadra di Massimiliano Alvini; forse la migliore per gioco espresso delle neopromosse. Scendere in campo con la rabbia dell'umiliazione e con il rispetto dovuto all'avversario, mai successo in Danimarca, per rialzare subito la testa. Le prime sei si scontreranno tra loro quindi ultima motivazione ma non in ordine di importanza la possibilità di fare un passo importante anche in classifica. 

Per se stessa

La reazione prima di tutto deve essere per se stessa. Ritrovare quella fiducia isolandosi e lasciando lontane le voci che dal giovedì d'Europa le aleggiano intorno. Quando accaduto a Herning rimarrà a lungo e brucerà nei giocatori altrettanto ma una squadra si vede soprattutto in questi momenti. Forse per la prima volta dal suo arrivo sulla panchina biancocelste dovrà essere la squadra a stringersi intorno al suo allenatore. Sarri vive il suo momento forse più grigio e le dichiarazioni, di pancia, dopo la partita di Europa League ne sono la riprova palese.

Per i tifosi

La Lazio è chiamata alla reazione anche e soprattutto per chi i vessilli biancocelesti li sventola e li tifa con amore incondizionato. In 225 a Herning, oltre 2.500 quelli previsti oggi allo "Zini". Rialzare la testa sarà imperativo dunque anche per tutti i tifosi che, così come la squadra, hanno subito un brusco scossone giovedì. La Lazio e i suoi sostenitori quest'anno sembrano muoversi in simbiosi e oggi più che mai Immobile e compagni giocheranno per loro che allo stesso tempo canteranno incessantemente.