"Ho fatto sognare bambini, come me quando ero piccolo" ha dichiarato Alessio Romagnoli dopo il suo primo gol con la maglia della sua Lazio. Un'emozione enorme, la palla in rete e poi la corsa sotto la Curva Nord. Quella Curva dove da bambino andava a vedere Nesta e quella Lazio che si sarebbe poi laureata campione d'Italia. Neanche nei sogni più belli si sarebbe immaginato un giorno di indossarla lui quella numero 13 e di segnare proprio all'Olimpico. Una storia da romanzo, a partire dal debutto da titolare in Serie A il 3 marzo 2013 data in cui arrivò anche il primo gol tra i grandi. Lui laziale dentro, in gol con la maglia della Roma, sotto la Nord e nello stesso angolo di porta. Nove anni dopo il destino ha rimesso in regola le cose e questa volta la maglia indossata è quella giusta per lui. Ora Romagnoli la Lazio se l'è presa definitivamente.
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Il sogno Romagnoli: dalle telefonate di Ciro e Cataldi. Ora la Lazio è sua
Rigore
L'ultima volta che Romagnoli aveva segnato in quella porta, sempre sotto la Nord, era il 28 febbraio 2018. L'ultimo rigore tra Lazio e Milan lo segna proprio lui: Lazio eliminata, Milan in finale. Sotto la pioggia della Capitale, Alessio alza gli occhi al cielo e non esulta mentre viene sommerso dai suoi. "La non esultanza è la più grande manifestazione di rispetto nei confronti della mia fede". Quella sera, proprio grazie alla sua non esultanza cominciò a diventare un idolo della tifoseria. La sua voglia di Lazio era così forte da parlare con Tare a ogni incrocio tra i rossoneri e la Lazio facendo ironicamente il conto alla rovescia per la scadenza del suo contratto.
Ciro e Danilo
Quel contratto alla fine è scaduto, Romagnoli ha chiuso la sua esperienza rossonera alzando al cielo da capitano la coppa dello Scudetto. Da quel giorno in poi l'obbiettivo era uno solo: vestire la maglia biancoceleste. Decisivo il pressing al telefono di Immobile e Cataldi quando la trattativa sembrava essere rallentata e il Fulham avanzava con insistenza. Il destino però sembrava chiaro e, in vacanza alle Baleari, l'incontro con Patric, compagno ora di un reparto che ora funziona meravigliosamente. Le vacanze poi le ha concluse in Sardegna dove si è allenato al meglio per farsi trovare pronto da Sarri. Ha detto di no alla Premier e ai soldi perché il suo sogno era chiaro: "Io non volevo giocare in Serie A, io volevo giocare nella Lazio".
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