È al Maradona di Napoli, contro i campioni d’Italia, che la Lazio è chiamata a rialzare la testa dopo due sconfitte in altrettante gare. Sarri conferma Kamada e lancia Hysaj, Rudi Garcia ritrova Kvaratskhelia dal 1’. E al georgiano bastano circa duecento secondi per mettere in difficoltà la Lazio e far capire a Marusic l’andazzo della serata. Il montenegrino è però bravo prima a respingere sul tiro dell’esterno e poi, dieci minuti dopo, a contrastare il pericolosissimo colpo di testa di Osimhen. Nel mezzo, pochissima Lazio e tantissimo Napoli: il primo quarto d’ora scorre via come previsto, con i biancocelesti schiacciati e attenti a non concedere spazio. Passano i minuti, non cambia il copione: serve allora uno splendido Provedel al 21’ per togliere la palla da sotto il set e deviare in angolo il tiro di Kvaratskhelia. Miracoloso il portiere biancoceleste. Improvvisamente fiscale Colombo al 25’.
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La Lazio si rialza al Maradona! Prima la sofferenza, poi lo show: Napoli domato
Proteste di Zaccagni dopo un contrasto, l’azione può continuare ma l’arbitro ferma il gioco per ammonire il biancoceleste. Passano cinque minuti e improvvisamente succede l’impensabile. Aveva promesso un’altra prestazione Luis Alberto, di prendersi la squadra sulle spalle: detto fatto. Lazio in avanti, Felipe Anderson mette dentro per il Mago, che si inventa una genialata e, di tacco, buca Meret portando in vantaggio la Lazio. Ma è solo un’illusione. Da un tacco a un altro, passano due minuti e Zielinski calcia verso la porta dopo una respinta della difesa biancoceleste. Romagnoli devia col tacco e inganna Provedel: pareggia il Napoli. Al 34’ ammonito anche Rudi Garcia per proteste. La partita si vivacizza e si accende finalmente anche Felipe Anderson: doppio dribbling e conclusione, Juan Jesus devia in angolo e Kamada si lamenta, tutto solo al centro dell’area.
Proprio il brasiliano esagera al 43’ al limite della propria area: decisivo Cataldi nel salvare i biancocelesti. I due minuti di recupero non cambiano il copione del primo tempo, che va così in archivio. Si riparte senza cambi, ma ancora con il Napoli in attacco: ci prova Zielinski dopo trenta secondi, altro miracolo di Provedel. La Lazio trova forza dalle difficoltà: ancora bravissimo Felipe Anderson al 52’ ad andare via a Zielinski, galoppata sulla fascia poi il cross rasoterra su cui è ancora una volta geniale Luis Alberto. Il Mago lascia scorrere sotto le gambe, la palla arriva a Kamada che è bravissimo col sinistro a riportare in vantaggio la Lazio e segnare il suo primo gol ufficiale in biancoceleste. Passano nove minuti e ancora una volta Colombo protagonista: stessa situazione di Zaccagni, stessa protesta di Luis Alberto e altro giallo.
Al 65’ arrivano i primi cambi: fuori Kamada, dentro Guendouzi che viene subito buttato nella mischia da Sarri. Un minuto dopo nel Napoli fuori Olivera e Kvaratskhelia, dentro Mario Rui e Raspadori. L’impatto del francese sarebbe subito devastante: due tocchi di palla, due gol creati. Prima con l’assist per Zaccagni, poi con un grande tiro a giro. In entrambi i casi le reti vengono annullate per fuorigioco di Zaccagni: minimo il primo, ininfluente il secondo. Ma Colombo continua nella sua personale e incomprensibile crociata. Al 75’ fuori Politano e dentro Lindstrom. Cambia anche Sarri cinque minuti dopo: fuori un ottimo Felipe Anderson e Hysaj, dentro Pedro e Pellegrini. Il Napoli ora è tutto una vanti per cercare il pari: Rudi Garcia va all-in, fuori Zielinski e dentro Simeone. All’88’ arriva il giallo per Sarri: ammoniti entrambi gli allenatori in una serata particolare per la gestione dei gialli.
Recupero inevitabilmente extralarge: sette minuti di sofferenza per la Lazio. Sarri mette allora dentro forze fresche: spazio a Castellanos e Isaksen, fuori Immobile e Zaccagni nel terzo minuto di recupero. Il Napoli insiste, la Lazio prova a tenere il pallone lontano dalla propria area di rigore. L’extra time si allunga per i due cambi. Ma i biancocelesti reggono bene gli assalti del Napoli e Colombo non può far altro che fischiare la fine del match. Si rialza la Lazio, che per il secondo anno di fila batte al Maradona i campioni d’Italia. La sosta ora è più leggera, Sarri potrà lavorare per portare tutti i nuovi in condizione. E per allontanare le voci di chi, troppo in fretta, dava la squadra per morta.
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