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Ha vinto una gara di assoluto spessore con una prova di assoluto spessore Marco Baroni: l'allenatore biancoceleste, alla sua quindicesima panchina con la Lazio, non si è fatto ingannare da Vítor Bruno e ha lasciato il centro del ring al Porto, concedendo solo nell'occasione del gol gli spazi necessari per subire. C'era un tabù da sfatare per Baroni e i suoi: nei quattro precedenti tra i capitolini e gli Andrades, i biancocelesti avevano pareggiato i due incontri disputati allo stadio Olimpico, perdendo le altre due sfide che chiaramente si sono giocate in terra lusitana.
Non era facile e non lo è stato per la Lazio: confermarsi e su questi livelli era difficilissimo, farlo in un momento del genere di un match di un livello che verrebbe quasi da dire sia di una categoria superiore, di un'altra competizione era uno scenario quasi impossibile da calcolare, soprattutto se guardiamo all'atteggiamento di alcuni giocatori biancocelesti, quasi sulle gambe, fisiologicamente, negli ultimi venti della partita.
Ancora più difficile, sicuramente, era immaginare che a risolvere un match molto spigoloso fosse sì il più titolato e probabilmente il più talentuoso, ma anche il calciatore più vecchio in campo, che tra l'altro ha giocato dal primo all'ultimo minuto un match che lo ha visto giocare addirittura in tre posizioni diverse, sempre e solo con la squisitezza tecnico-tattica che lo contraddistingue. Baroni lo gestisce e se lo gode, vince ancora ed ottiene l'undicesima gioia in biancoceleste. Per quella che, a tutti gli effetti, è una partenza da record.
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