Due competizioni in una sola stagione, per anni uno dei più grandi scogli dell’era Lotito per la Lazio. Neanche Inzaghi è riuscito a superare l’ostacolo, non ci ha forse nemmeno provato Sarri che nell’anno del secondo posto ha dato la sensazione di non considerare nemmeno l’agevole Conference League. A mettere tutti d’accordo però c’è oggi Marco Baroni. Il nuovo tecnico biancoceleste sta dimostrando con i fatti come scegliere non sia un obbligo. Punteggio pieno in Europa League, secondo posto in campionato, tabù sfatati
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Lazio, perché scegliere? Con Baroni la svolta tra Serie A ed Europa
I biancocelesti nel corso dell’era Lotito hanno sempre abbandonato una delle due competizioni stagionali: quest’anno si va in controtendenza
Far giocare tutti, cambiando addirittura otto pedine per gara: Baroni non si è tirato indietro e in un attimo ha eguagliato il primato di Inzaghi nella stagione 2017/2018 con quattro vittorie nelle prime quattro gare. Il tutto subendo appena due gol e segnandone undici, meno solo di Galatasaray (dodici) e Ajax (tredici). Sognando di cancellare quel triste primato italiano di maggior numero di partecipazioni col nuovo nome (undici) e come massimo risultato i quarti di finale (in due occasioni). Pedro, del resto, non ha posto limiti: “Possiamo vincere l'Europa League. Siamo primi e la nuova formula senza retrocessioni dalla Champions può agevolarci”.
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