Tanto forti quanto instabili. La storia dei triumvirati si racconta da sola: è successo a Cesare, Pompeo e Crasso succede ora a Lotito, Sarri e Tare. Cesare e Crasso, grandi amici, scatenarono la gelosia di Pompeo: l'analogia è evidente. Dopo i fatti di Reggio Emilia e le parole, fuori luogo, di Tare a pochi minuti dall'inizio della gara con conseguente comunicato di Lotito hanno fatto sentire Sarri più solo. Così riporta il Corriere dello Sport che sottolinea come il tutto abbia certificato la distanza tra allenatore e direttore sportivo, situazione chiara fin da subito nel mondo Lazio. Ad aggravare il tutto la circostanza nata quest'estate dopo la "discussione" di Piazza del Popolo. Il patron ha preso in mano il mercato rilegando Tare (riferimento da 15 anni) a figura marginale. A oggi Tare ha motivi ben validi per essere nervoso: il suo contratto continua a essere in scadenza.
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Sarri-Tare: la Lazio vissuta agli antipodi. Lotito media nonostante le divergenze
Nonostante si parli di una trattativa aperta per il rinnovo del direttore sportivo di ufficiale ancora non c'è nulla. Allora la domanda sorge spontanea: se Lotito ha ancora fiducia in Tare perché non è stato ancora rinnovato? Se non l'ha fatto è una sua responsabilità. Nel comunicato ha parlato di convivenza pacifica fino a fine stagione per poi trarre le giuste conclusioni. Le posizioni sospese non producono benefici. Le dichiarazioni di Tare tuttavia sono fuori luogo anche perché Sarri, pubblicamente, dell'operato societario non si è mai lamentato. Non si è fatto illusioni per gennaio, accettando anche colpi in estate non proposti da lui. La situazione va risolta, Lotito deve mediare. Ma se pochi sono i dubbi sul fatto che il patron in questa situazione vesta i panni del Cesare, c'è ancora da capire chi, tra Sarri e Tare, sia Crasso e chi Pompeo.
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