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L'esultanza di Pedro
Per trovare in Pedro una forma così strepitosa bisogna tornare indietro con la mente ai tempi del Chelsea e non di certo fermarsi alla scorsa stagione quando vestiva ancora giallorosso. Con la maglia della Roma il calciatore spagnolo non ha mai particolarmente brillato. Ciononostante, quando tutti gli indizi sembravano indirizzare la carriera del classe 1987 verso la via del tramonto, ci ha pensato la Lazio a dargli una seconda giovinezza. Ma forse, ancor di più del club biancoceleste, a puntare su di lui è stato il mister. Maurizio Sarri, in tempi non sospetti, aveva indicato l'esterno come possibile rinforzo per il suo modulo. Ma in pochi si sarebbero aspettati un operazione di mercato come quella che ha permesso a Pedro si guadagnare la sponda opposta del Tevere. Una trattiva che, almeno fino a questo momento, ha fatto gioire un metà della città e rammaricare l'altra.
In questo avvio di stagione il calciatore iberico ha già segnato quattro goal: il primo proprio nel derby contro la Roma e i successivi nelle ultime tre di campionato. Contro Fiorentina, Atalanta e Salernitana. Come se non bastasse, tutte la marcature del trentaquattrenne sono arrivare sotto la Curva Sud. Come a voler puntare il dito contro chi non l'ha capito fino in fondo.
Tuttavia, se c'è qualcuno che ha saputo prendere Pedro nel migliore dei modi, quel qualcuno è mister Sarri. I due si sono trovati a Londra, sponda Blues, e insieme hanno vinto un'Europa League. Risultato che il tecnico non dispiacerebbe replicare. Certo, la strada è ancora lunga ma i numeri sono già incoraggianti. Lo spagnolo, infatti, insieme a Ciro Immobile e Felipe Anderson, compone uno dei tridenti offensivi più temuti dell'intero continente. Parlano le statistiche. Insomma, un calciatore inizialmente arrivato come rincalzo che ha saputo ritagliarsi ancora una volta un ruolo di primissima fascia. Contro la Juventus al rientro dopo la sosta, poi, lo spagnolo potrebbe persino giocare al centro dell'attacco. King Ciro si è fatto male e serve un sostituto.
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